Home NEWS IN HOME Atti e coazioni sessuali, sì. Rolando Leo condannato ma già in libertà

Atti e coazioni sessuali, sì. Rolando Leo condannato ma già in libertà

0
12

Pesa e cuba una condanna alla reclusione per 18 mesi, di cui sei sospesi (condizionale per un periodo di due anni; di fatto, residuo da considerarsi azzerato in prospettiva), il cumulo fra quattro episodi di atti sessuali con fanciulli, tre episodi di coazione sessuale ed un episodio di atti sessuali con persone incapace di discernimento o inette a resistere: per voce del giudice Amos Pagnamenta così recita il verdetto emesso nel tardo pomeriggio di oggi alle Assise criminali in Lugano a chiusura del processo a carico di Rolando Leo, 56 anni di cui 19 più uno – l’ultimo, trascorso dietro alle sbarre – da sacerdote, già cappellano del “Collegio Bartolomeo Papio” in Ascona e già assistente spirituale della “Pastorale giovanile” in Ticino. A distanza di 12 mesi ed una settimana dal clamoroso arresto, il presbitero esce pertanto dal carcere, avendo a tutti gli effetti espiato quanto riconosciuto come da espiarsi. Accolta nella sostanza la linea impostata da Marco Masoni, legale di Rolando Leo, ad avviso del quale gran parte del castello accusatorio era da sezionarsi e da scaricarsi nel fossato: varie le situazioni nemmeno percepite dagli interessati, vari i contatti da non considerarsi rilevanti, chiara la distinzione tra il “Sembra” ed il penalmente rilevante; pacificamente accettati i provvedimenti accessori alla sentenza, nelle misure tanto dell’interdizione perpetua da attività di qualsivoglia genere – sia professionali sia extraprofessionali – a contatto con minorenni quanto del trattamento terapeutico ambulatoriale. Rolando Leo, la cui posizione afferente al ministero non è ancora stata definita, aveva del resto espresso pentimento e vergogna per quanto di sua responsabilità.

Nella lettura della procuratrice pubblica Valentina Tuoni, al contrario, la pena sarebbe stata da commisurarsi nella detenzione per non meno di cinque anni e sei mesi, ravvisandosi a parere dell’accusante “la riduzione di tutte le vittime ad oggetti sessuali”. Tesi, come detto, respinta quasi in blocco dai membri della Corte, tra l’altro con aspro rimbrotto del giudice Amos Pagnamenta (“Richiesta fuori scala”) proprio all’indirizzo della procuratrice. Presumibilmente insoddisfatti i rappresentanti legali delle parti offese e costituitesi; per parte sua, nei momenti stessi in cui Rolando Leo si apprestava a raggiungere il carcere per espletare le pratiche in funzione dell’immediato rilascio, Valentina Tuoni ha prefigurato il ricorso in appello.