Ad uno ad uno come i buoni fraticelli del convento erano arrivati a Chiasso per piazzare il colpo “della vita”, poveri illusi; e ad uno ad uno vengono processati e condannati. Sotto verdetto di colpevolezza, stamane alle Assise correzionali in Lugano, altri tre membri – tutti acquisiti alla sbarra previa estradizione dall’Italia – della “gang” pugliese che nel febbraio dello scorso anno tentò di espugnare un deposito di preziosi e valori della “Loomis”: erano soggetti da manovalanza, anche se uno andò proprio vicino al bersaglio o a quello che credeva essere il bottino (ma l’azione di “intelligence” sviluppata nelle settimane precedenti aveva fatto sì che il forziere fosse svuotato per tempo), e come tali se la sono cavata con pene adeguate. Nello specifico: 38, 52 e 56 anni; c’era chi doveva fare il “palo”, c’era chi scavò il buco nell’ultima parete divisoria dal “caveau”, c’era chi agì come trasportatore dei materiali necessari all’impresa criminale; e tutti hanno sostenuto di essersi associati nell’operazione – ma chissà come sarà stato effettuato il reclutamento, a questa stregua, per un totale di 18 persone coinvolte – per il bisogno impellente di denaro. Ventaglio dai 17 ai 21 mesi, sospensione condizionale, e nessuno dei precitati potrà mettere piede in Svizzera per otto anni, nemmeno come turista.