Incrementare e diversificare le opportunità di formazione professionale di base dei giovani, sostenere la qualità e la professionalità nelle aziende in Ticino. Un eccellente piano da ottimi teorici quello presentato ieri a Bellinzona nelle forme del progetto “Più duale” del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport, come da messaggio approvato la scorsa settimana in seno al Consiglio di Stato ed in risposta – così vien detto: oggettivamente un controsenso, quasi che al Decs nessuno si fosse accorto dell’emergere di una specifica situazione – ad una mozione del dicembre 2018 e con la quale veniva chiesto un rapporto sull’apprendistato in Ticino; nei numeri, entro il 2023 dovremmo avere 800 posti in più, traguardo irreale in assenza degli invero prefigurati provvedimenti “collaterali e propedeutici nell’interesse dei giovani da formarsi e delle aziende impegnate, insieme con lo Stato, a preparare professionalmente” et cetera, anche alla luce del fatto che il Ticino si colloca assai al di sotto della media svizzera (la formazione professionale viene conclusa con successo dall’88 per cento dei candidati; il dato confederale si situa sette punti sopra). Cinque i passi in prima battuta, con impegno dell’autorità politica a snellire le procedure ed a rendere più attrattivo l’approccio verso questa tipologia di formazione; un secondo pacchetto di interventi sarà introdotto in corso d’opera.