Mitologia e motivo di mille rimpianti restano gli autocarri “Migros” itineranti, versione elvetica dei “rolling store” che negli States raggiungevano zone rurali o discoste: Gottlieb Duttweiler fondatore dell’azienda prese in prestito l’idea da Luther Watson e dalla sua “Mototeria company” e nell’agosto 1925 incominciò a far girare i “Ford T” con tappe da 10 minuti lungo le strade di Zurigo, e proprio i camion per la vendita su libera piazza furono parte decisiva nell’affermarsi del “mondo Migros” in Ticino, 1933 l’anno di costituzione della cooperativa, a cavallo tra Anni ’50 ed Anni ’60 l’espansione capillare e l’effettivo contatto con la clientela in ogni angolo del territorio. A scrivere quel capitolo, a costruire metro dopo metro la copertura dell’intero Cantone in modo da garantire pari offerta alimentare alla città ed al villaggio, fu Romano Conti, venuto a mancare venerdì sera dopo breve ricovero. Avrebbe compiuto 83 anni in novembre, Romano Conti, figura di cui faticherete a trovare due righe su InterNet tanto vigorosa fu la sua scelta di riservatezza, di “understatement” e di coerenza con un principio: se vuoi davvero essere al servizio del prossimo, meno appari e meglio è.
Umanitario sino al dottrinale, ed in questo interprete fedele dello spirito che Gottlieb Duttweiler aveva infuso nei suoi primi collaboratori e che in Ticino era stato raccolto da Charles Henri Hochstrasser al tempo dell’esportazione del “metodo Migros” a sud del San Gottardo, si rivelò Romano Conti nel dar séguito al folle progetto di “portare tutto a tutti”: folle, perché questo era un Cantone in cui solo nel 1970 sarebbe stata aperta al traffico una prima sezione di dorsale autostradale, e per l’intera N2 agibile in termini definitivi si sarebbe dovuto aspettare il 1981; folle, perché una cosa è il viaggiare su strade il cui asfalto sia stato tirato a tappeto da tavolo di biliardo ed un’altra è il non poter evitare sedimi disconnessi, carrarecce, ponti stretti, curve a gomito in serie, e questo dovendosi garantire tanto l’integrità della merce trasportata quanto il rispetto dei tempi fissati per l’incontro con quanti, all’arrivo del camion “Migros”, si affollavano per gli acquisti dei beni di largo consumo, sì, ma dalla disponibilità non omogenea; folle, infine, perché il Ticino è sì città e conurbazione ma anche valli asperità monti paesini borghi salite discese distanze, ed alle difficoltà logistiche si aggiungeva il rischio di bassa o nulla redditività. Aspetti di cui Romano Conti, d’intesa con Charles Henri Hochstrasser sino al 1970 e poi con Ulrico Karl Hochstrasser che al padre Charles Henri era subentrato nella direzione, seppe tenere conto nel disegnare una rete di percorsi da fiore all’occhiello e nel fare in modo che teoria e pratica giungessero a combaciare. La linea: massimo numero di punti-vendita “volanti” (cioè piazze) con il minor numero di chilometri sulle ruote dei veicoli; e minor numero di chilometri sulle ruote dei veicoli significava anche minor usura dei mezzi e dei loro componenti, minor consumo di carburante, minor grado di affaticamento per il personale viaggiante e sicuramente minori rischi per la merce.
Sottocenerino dal Mendrisiotto verso Lugano e da lungo tempo abitante a Paradiso, venuto dall’apprendistato come s’usava ad un tempo, schivo nel carattere ma non per questo alieno da atti di generosità e da una costante tensione ideale all’incontro ed alla comprensione, Romano Conti fu ovviamente anche molto “altro” sia nel contesto “Migros” – in cui ebbe ruoli crescenti, ma sempre con quella peculiarità del voler stare un passo indietro – sia all’esterno. Fra le varie esperienze professionali, il ruolo di referente per i modelli di clonazione del “sistema Migros” – in quanto realtà della grande distribuzione organizzata, ma su formula cooperativistica, e con tutte le declinazioni concorrenti – all’estero, caso emblematico la Turchia dove egli visse per qualche tempo contribuendo alla conduzione ed allo sviluppo di quel vigoroso esperimento che era stato avviato nel 1954 sul piede di una “joint-venture” con le autorità cittadine di Istanbul, decine di camioncini “Migros” a circolare per le vie della capitale e poi, nel quartiere Beyoglu, il primo supermercato in sede fissa; per Romano Conti si trattò di conferire razionalità al sistema e di porre le basi per possibili scenari del domani. Uno degli scenari ipotizzati si concretizzò nel 1975 con il disimpegno della “Migros” a favore del “Koc group” (poi “Koc holding”), poliforme realtà d’impresa che faceva capo ad Ahmet Vehbi Koc; il marchio “Migros” sarebbe invece rimasto, così come è tuttora presente, stessi colori e stesso emblema, minimo segno distintivo l’avvenuta modifica della lettera “I” che in Turchia è minuscola.
Quasi 1’000 mesi su questa Terra, per Romano Conti, come quasi 1’000 sono i chilometri delle strade cantonali. Se li era fatti tutti, passo dopo passo, andando a conoscere la gente di ogni luogo per capirne i bisogni e le necessità; solo conoscendo, del resto, egli sapeva che avrebbe potuto capire.