Licenza, prego? Ah, non ha la licenza di condurre. Assicurazione? Ah, il mezzo non è assicurato. Diamo un’occhiata alla targa? Ah, non c’è la targa, immatricolazione niente, insomma; malino, neh, come se non ne avessimo già dalle altre sue infrazioni. Non siamo nella barzelletta del tizio con velleità da comico (finale: “Come la mettiamo, giovanotto?”; “Appoggiata al muro, in questa moto non c’è neanche il cavalletto”) ma in un dialogo nemmen troppo immaginario tra agenti di Polcom Chiasso e Polcantonale da una parte ed un uomo che giorni addietro, come a noi tutti fu fatto sapere stamane, a causa di rapidi transiti su strade di città si garantì un non rapido passaggio davanti all’autorità giudiziaria, che sulla scorta della denuncia già inoltrata al ministero pubblico ben difficilmente giudicherà il tizio – di transenna, è un croato con domicilio nel Mendrisiotto – per men del suo essere un pirata della strada a cagione delle gravi infrazioni alla Legge federale sulla circolazione stradale. Gli esempi acclarati: oltre a quanto sopra descritto, una fuga “a forte velocità” dopo il contatto visivo con gli agenti di una pattuglia, un passaggio a 116 chilometri orari in presenza di limite a 50, un passaggio ad 85 chilometri orari in presenza di limite a 30. E sì che s’avrebbe a supporre che il soggetto, essendo anagraficamente un 34enne, sia giunto almeno a compimento della prima fase dello sviluppo cognitivo cioè quella che si chiude attorno ai 12 anni; supposizione tuttavia non confermata dai fatti, in questo caso.