Altro giro altro regalo, ma la sostanza quella è e quella rimane: in mezzo ai sicuri aventi diritto all’asilo perché perseguitati a casa loro c’è una congerie di farabutti che, appena toccato il suolo di Elvezia, rivelano attitudini delinquenziali tali da portarli ad esprimersi magari “intra moenia” (altrui, per quanto ciò sembri un ossimoro) e magari “extra moenia”. Cronaca di sabato: due marocchini ed un libico, asilanti in quel di Chiasso e lì in attesa di sviluppo della procedura pertinente, hanno liberamente scelto di passare la frontiera e di puntare su Como, dove sono stati tratti in arresto avendo inanellato una tentata rapina ed una rapina nello spazio di una manciata di minuti. Primo colpo: ore 22.30 circa, zona del LungoLario Trento e Trieste, aggressione ad alcuni giovani, azione di strappo di una collana d’oro tra l’altro con vie di fatto, reazione della vittima designata e degli amici che si trovavano all’intorno, criminali messi in fuga; ore 23.00 circa, piazza Duomo e dintorni, aggressione (tre contro uno: anche vigliacchi) ad un ragazzo ed impossessamento di un orologio; qui, tuttavia, la fine della corsa, malviventi in dileguamento ed agenti della Polizia di Stato all’inseguimento, risultato finale 0-3 per triplice successo delle forze dell’ordine.
Séguito immaginabile, ma non del tutto. Ovvia l’identificazione nel secondo caso (a proposito, il proprietario è tornato sùbito in possesso dell’orologio); quanto al primo, d’ausilio è risultata la foto che il giovane aggredito in LungoLario Trento e Trieste era riuscito a scattare con il cellulare. Giunti in Questura, i tre criminali hanno prodotto documenti dai quali constava l’età di 16 anni nel caso del libico, 16 anni nel caso del primo marocchino e 16 anni nel caso del secondo marocchino. Interessante, si sono detti i poliziotti: ma com’è che questa attestazione di dimora a spese dei cittadini elvetici puzzicchia di poco congruo alla realtà? Diamo un’occhiata, orsù: non sia mai che, ad una più attenta verifica qualcosa di diverso risulti. Ed infatti: traslazione dei tre asilanti al “Sant’Anna” di San Fermo della Battaglia, visita medica specialistica orientata a riscontrare la congruenza tra età dichiarata ed età effettiva (è questa una delle finalità dell’esame auxologico), indi la conferma del sospetto cioè del fatto che i sedicenti minorenni come tali accreditatisi in Svizzera erano e sono invece maggiorenni, eccome. Dal che cambia anche il trattamento: per ora, arresto e trasferimento in carcere al “Bassone” di Como; imputazioni da adulti, nel frattempo, e condanna sicura.