Home CRONACA Lugano, mordi-e-fuggi dei macellari: occupato per ore l’ex-“Mercatino Caritas”

Lugano, mordi-e-fuggi dei macellari: occupato per ore l’ex-“Mercatino Caritas”

509
0

Con un “Blitz” di cui in verità il 99.97 per cento dei luganesi nemmeno si è accorto, ad orario imprecisato della notte tra ieri ed oggi – ovvero Natale su Santo Stefano – un gruppo di ex-molinari ovvero ex-macellari si è introdotto nel sedime e negli ambienti dell’edificio ex-“Mercatino Caritas” nel quartiere Molino Nuovo, all’insaputa dei proprietari (la titolarità degli spazi è in capo alla “Fondazione Antonia Vanoni”) ed ovviamente senza autorizzazione alcuna. Nessun intervento da parte delle forze dell’ordine. Dell’avvenuta occupazione temporanea – prima dell’alba, rapido abbandono delle posizioni da parte di promotori ed ospiti – forse nulla si sarebbe saputo se a qualche redazione non fosse giunta una noterella accampante numeri da esercito in manovra (“Oltre 300 persone sono passate”; qualche dubbio insorge sulle competenze aritmetiche lì acquisite) e tesi peregrine (“Imperante bisogno di spazi di autogestione e di libertà al di fuori del controllo statale”; nessun problema, comperatevi o prendete in affitto un locale in sede opportuna e seguite le regole della convivenza civile, e tutti saranno felici e contenti).

L’assalto all’impresidiato sedime ed al relitto stabile si sarebbe tradotto, secondo gli occupanti, in “balli, canti e fuochi pirotecnici”, con l’aggiunta della vendita di un’agenda per il 2023. Il messaggio politico diffuso in calce: nell’occupazione, a detta degli ex-macellari, consisterebbe “l’unica pratica credibile (ed) in grado di opporsi al desolante scenario di una Città e di un Cantone intolleranti ed elitari, (Città e Cantone) in cui qualsiasi possibilità di autogestione dal basso continua ad essere controllata, cooptata e repressa”. Nessuna presa di posizione, al momento, è giunta dai vertici della “Fondazione Antonia Vanoni”, cui è pertinente anche l’area prossima all’ex-“Mercatino Caritas” ossia il sedime su cui sino a qualche anno fa insisteva l’“Istituto Vanoni”, già bersaglio di un’altra occupazione.