Dopo l’agente licenziato per presunti atti di esibizionismo (decisione impugnata, ricorso in viaggio), dopo l’inchiesta amministrativa aperta su un altro agente che forse avrebbe utilizzato un linguaggio altamente inappropriato con apprezzamenti verbali né graditi né gradevoli, e dopo le voci su attitudini dirigistiche del capo (cui altri rimprovererebbero invece una mancanza di polso), un’altra bufera si abbatte sul corpo della Polcom Locarno: ben cinque agenti o ex-agenti sono sotto inchiesta per questioni che, nella considerazione propria del Codice penale, rientrano sotto le specie della contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Nomi circolanti, molti; formalmente i soggetti – oggi finiti sotto interrogatorio – erano operativi nel corpo locale delle forze dell’ordine “al momento dei presunti fatti oggetto di approfondimento”; ciò significa che taluni hanno già lasciato (per uscita, o per passaggio verso altri lidi) e che forse qualcuno, ma soltanto forse, è tuttora operativo sotto le insegne del leone rampante ed agli ordini di Dimitri Bossalini comandante. Stando al portavoce del ministero pubbico, le indagini sono scaturite da una comunicazione “contenente possibili notizie di reato”, ed anche questo è concetto facilmente dispiegabile vogliasi in un “pizzino” o da una lettera anonima, vogliasi da una denunzia circostanziata, vogliasi da indicazioni che singoli abbiano fornito rendendo dichiarazioni spontanee o a precisa domanda.
Gli accertamenti, tra cui figura il prelievo di campioni biologici (operazione già disposto; serviranno alcuni giorni prima che siano noti gli esiti delle analisi), vengono coordinati dal procuratore generale Andrea Pagani. Altre verifiche sono in corso, e più non si dimandi; a parlare, del resto, sono gli umori circolanti in città. Dove le domande fioccano, con un punto interrogativo: nel caso il problema vi sia, cioè nel caso giungano riscontri per quanto ipotizzato, si tratta di questione ristretta solo ai cinque agenti indicati (o ad alcuni di essi), oppure il fenomeno era più diffuso? E non è che sulla stessa falsariga possa farsi strada un dubbio pertinente ad altre aree dei salariati da Palazzo Marcacci?