La granconsigliera Filippini Lara di anni 35 proclinanti verso i 36, da Monteceneri quartiere Bironico, capofila di presenze nel Legislativo durante l’ultimo quadriennio (per dire, sui livelli di un Fabio Bacchetta-Cattori che a Palazzo delle Orsoline in Bellinzona arriva secondo solo agli uscieri) e sedente nell’emiciclo dal novembre 2011, membro qualificato in cinque commissioni (Mandato pubblico Aet, Energia, Costituzione e diritti politici, Carceri e Legislazione; sino ad un anno fa, anche Procedura elezione magistrati) oltre che autrice di rapporti e di un lavoraccio dietro le quinte (nel caso ciò non sia di pubblica notorietà, informasi il colto ed inclito pubblico circa il fatto che in commissione viene “costruito” il percorso che conduce alle decisioni parlamentari), la dunque menzionata Lara Filippini non compare tra gli aventi diritto alla fotina ed al nome in evidenza sul sito InterNet dell’Udc Ticino, e nemmeno nella paginata pubblicitaria fatta pubblicare or è qualche giorno – su investimento dalle casse Udc, in via diretta o in via indiretta – sul “Mattino della domenica”. Lara Filippini, uscente al pari di ogni altro parlamentare giacché s’approssimano le Cantonali di aprile e giusto oggi si stanno consumando gli ultimi scampoli di dibattito in aula, non è nemmeno caratterizzata come “uscente” nella lista dei paria cioè in quell’elenco che, caragrazia, sul predetto sito InterNet dell’Udc Ticino viene apposto in calce alla spatafiata degli apparenti supercandidati, sicché trovasi come “uscente” un Franco Denti (che tale è, ma in sopravvenienza dalle file dei “Verdi del Ticino”) ma non Lara Filippini, situata in mero ordine alfabetico fra Felix Bruno da Capriasca e Franchini Carlo da Lamone. Tutto ciò perché Lara Filippini è una degli oltre 50 che non hanno aderito alle modalità di promozione così come da indirizzi e volontà di qualche consigliori adottato in casa Udc a conduzione della strategia per la campagna elettorale, stile “O fai i “santini” e la fotografia da noi (ma ti diamo anche lo spazio di un articolo sul “Paese” e quello di due articoli sul sito stesso, alla tariffa maggiorata) oppure scivoli in terz’ordine, posto piedi allo spettacolo del circo, e peggio per te se non vedi (o se non sei in posizione tale da essere visto)”. Nota: prima che Piero Marchesi presidente dell’Udc Ticino prenda di nuovo cappello, informasi Piero Marchesi che quella sopra riportata non è citazione da alcuno ma mera proposta di titolo a lunghezza wertmülleriana, fine della postilla.
Da virgolettato sarebbe invece quel che fonte interna all’Udc Ticino, e nemmeno in ruolo da ruota di scorta, riferisce in breve e catafratto dialogo. Diciamo “sarebbe” perché si va a memoria, e non è detto che si sia conservato quel frammento di conversazione, ma non è detto che non lo si sia tenuto da parte. Proviamo a ricostruire, premettendosi che a parlare è un candidato: “Sono “promossi” quelli che si sono impegnati maggiormente (…). Io non ho sborsato un centesimo, perché dovrei figurare tra i candidati promossi?”. Esatto: a catafottersi (cit. Andrea Camilleri: opere varie) il merito, fanc (cit. Valeria Naim e Filippo Rosselli: gruppo di proteine) la meritocrazia. Per quale motivo mai chi ha lavorato, che è poi l’unica discriminante accettabile (perché lodevole) nella comparazione tra candidato ricandidatosi e candidato novello, dovrebbe godere di un’attenzione dall’interno del suo partito, cioè della squadra i cui colori ha indossato nei giorni della vittoria ed in quelli della sconfitta?
Non trascurabile è, come argomento sovrapponibile, lo sfregino da “harakiri” dettato dalla compartimentazione delle candidature in circondari: si vede che anche qui i consigliori hanno ragionato non sull’esistente ma sull’auspicato, ed esperienza insegna che l’auspicato somiglia assai al proclama di un Werner Nussbaumer che, con la neonata e già autodissolventesi “Lega verde”, dichiara l’obiettivo di 10 granconsiglieri “d’emblée” (bum). Anziché perdere tempo andando a caccia del nome di colui o di colei che egli crede stia orchestrando una campagna contro di lui (lo si agevola: è la Cia), Piero Marchesi presidente dell’Udc dovrebbe porsi semmai qualche domanda su quel che sotto di lui potrebbe configurarsi fra meno di un mese. E cioè, a rappresentanza numerica che per ipotesi poniamo immutata, un’Udc granconsiliare composta da: a) un Udf; b) un già eletto con il Plrt e poi indipendente come “Area liberale” e poi confluito in aggregazione nella “Destra” e da tempi solo recenti organico al partito; c) un ex-Partito socialista poi transitato nella Lega dei Ticinesi poi resosi indipendente ed infine aggregato; d) un ex-Partito popolare democratico poi rieletto con i “Verdi del Ticino” ed ora propostosi; e) forse, ed a questo punto vale il “forse”, un paio che nell’Udc sono nati. Occhio: tutte queste presenze, prese ad una ad una, sono non solo legittime ma anche qualitativamente rilevanti ed umanamente significative (o qualcuno vuole discutere la competenza di un Franco Denti, la cultura di un Sergio Morisoli, la conoscenza del territorio di un Cleto Ferrari?); e, difatti, il problema di guidare l’omnibus multicolore a Bellinzona ricadrebbe su uno che fa l’autista sulle strade del Malcantone.
Ma ci sarà tempo per imparare, sicuro. Nel frattempo, e fuori dai denti (ops), c’è chi si attrezza per altro. Locandina del film: “Salvate la soldatessa Lara”.