Cinque anni or sono, circa il procedere delle aggregazioni comunali e circa il loro effetto, venne effettuata una ricognizione; è il tempo, ora, di una verifica strutturale. Ed è quello che le autorità grigionesi annunciano oggi, con un progetto di consultazione in cui saranno coinvolti gli aventi diritto al voto di 34 Comuni interessati da progetti di fusione giunti ad effetto nell’ultimo quarto di secolo, obiettivo l’“ottenere affermazioni fondate sugli effetti dal medio al lungo termine” e dunque valutazioni sui dati statistici e finanziari oltre che le opinioni di quanti si sono trovati a vivere la trasformazione. Nel programma, per complessive 34 realtà, sono ricompresi anche i sette Comuni la cui aggregazione ha avuto luogo fra il 2017 ed il 2022.
La premessa è nota, perché si fa presto anche tra residenti da sempre, con i giri delle aggregazioni, a smarrire il filo della memoria; peggio che mai nel sovrapporsi di non indigeni agli indigeni. La domanda a trabocchetto, in questo senso, potrebbe riguardare Bregaglia: di cui tutti – più o meno – ricordano essere maturata l’aggregazione nel gennaio 2010 e con il contributo di varie realtà, ma d’acchito un esterno alla dimensione storica e territoriale sarebbe portato a credere che anche Promontogno costituisse realtà sé stante – beh, è lì la sede comunale odierna – quand’invece si trattava di una frazione di Bondo, quest’ultimo sì borgo confluito nella nuova entità al pari di Soglio, Vicosoprano, Castasegna e Stampa. Del resto, nel solo Canton Grigioni i Comuni sono ora 101, ossia 111 in meno rispetto a 25 anni addietro: una cura dimagrante assai drastica, ed è il minimo che di ciò si possa dire. A raccogliere ed a gestire la massa delle informazioni, analogamente a quanto avvenuto nel 2017, saranno i responsabili di specifici uffici cantonali e specialisti della “Scuola universitaria professionale” dei Grigioni. E qui la sollecitazione al contributo collettivo: “Più persone colgono l’opportunità partecipando al sondaggio, più significativi saranno i risultati”. Il secondo rapporto sulle strutture comunai sarà infine indirizzato al Gran Consiglio.