Ha schivato una guerra che gli stava per cascare sopra la testa. Con i suoi compagni, ha tagliato la corda poche ore prima che le forze armate russe si muovessero per varcare i confini con l’Ucraina. Al pari dei suoi sodali, deve rinunciare al sogno di un titolo per il quale era in corsa, ma gli va bene così: primum vivere, deinde philosophari, Se poi al vivere si può aggiungere il ludere quale prosecuzione dell’esercizio del mestiere che si ha sotto la pelle, anche Ambrì frazione di Quinto in Leventina distretto ticinese va non solo bene, ma addirittura benissimo. L’oggi è così, per il domani si vedrà.
Spunta infatti un nome nuovo, ed è quello di Janne Juvonen che buttato lì all’impronta sembra un incitamento in partenopeo stretto, alla corte di Filippo Lombardi inviperitissimo capintesta della franchigia biancoblù ma quello dei nervi tesi e delle riflessioni sul futuro è tema da svolgersi a parte, se vi va un’anticipazione buttate l’occhio sul sito InterNet dell’AmbrìPiotta, dove a firma del presidente e con data di lunedì 28 febbraio compaiono alcune considerazioni semplicemente assennate ed altre affatto condivisibili. Ora, i leventinesi sono terz’ultimi nella massima serie discatoria elvetica e con facoltà di accesso al pre-“play-off” ridotta al pulviscolo di frammenti di residui molecolari; e come può accadere che proprio qui arrivi ora Janne Juvonen, uno che è nel fiore degli anni e nel meglio del vigore della sua miglior annata agonistica? Come può accadere che un tizio in simili condizioni, e per di più giunto da poco al massimo livello dell’esperienza da atleta professionista (Nhl esclusa, pur con chiamata alla “draft” del 2013, mittenti i Nashville Predators) e di fatto contitolare davanti alla gabbia di una fra le squadre più celebri in àmbito europeo “allargato”, arrivi qui? Sicuro: si sarà compreso che, stante l’infortunio toccato a Benjamin Conz, un portiere serve e non si può pretendere di caricare ogni responsabilità sulle spalle di Damiano Ciaccio (un’alternativa di qualità su suolo ticinese ci sarebbe, ma forse non si riesce mai a combinare), e quindi sussiste anche la disponibilità a rompere il porcellino salvadanaio per un supplemento di esborso dal già sanguinante bilancio. E qui si insinua la casualità, qui si innesta la sincronia non voluta fra accadimenti tra di loro assai distanti: Janne Juvonen, 27 anni e cinque mesi come oggi, finlandese per passaporto, 185 centimetri per 85 chilogrammi, è diventato disponibile in uscita temporanea dallo Jokerit Helsinki, dove condivideva la difesa della gabbia con Anders Lindbäck; non è lo scherzo dell’ultimo giorno di Carnevale sul rito romano, benché Jokerit stia per “giullari”, ma una mera conseguenza del fatto che lo Jokerit Helsinki si è chiamato fuori, e a rotta di collo, dalla disputa del “play-off” nella Kontinental hockey league di cui fa parte dal 2014. Ben qualificati, addirittura da secondi nella Western conference con “record” di 29-18, i finlandesi; ma lì sono intervenute questioni decisamente di forza maggiore, grazie ma pensiamo che non sia il caso di rimanere in giro per vedere se si diradano le nubi, rinunciamo ad affrontare lo Spartak Mosca e buona fortuna a tutti, ché di ghiaccio è ora il clima, e non la pista.
A tutto ciò non fanno cenno da Ambrì, dove si limitano a raccontare che Janne Juvonen è reduce dall’aver toccato il ghiaccio in 23 partite nella stagione corrente di Khl, e per parte nostra aggiungiamo il computo di 11 vittorie, sei sconfitte e tre pareggi “in proprio”. Val la pena anche di situare l’origine in quel di Kiihtelysvaara, area della Carelia, borgo tipo metà di Morbio Inferiore ma distribuito su 530 e rotti chilometri quadrati, densità di popolazione sui cinque abitanti per chilometro quadrato; nel gennaio 2005 Kiihtelysvaara fu aggregata a Joensuu e la stessa sorte toccò a Tuupovaara che faceva una media di 3.7 abitanti per chilometro quadrato su 661 chilometri quadrati, morale tutti insieme a condividere ora una trentina di chilometri lineari sul confine con la Russia, e qui la vicenda somiglia tanto a quella di un altro portiere appena arrivato in Ticino ma sulla sponda luganese, al secolo Juho Markkanen in quanto figlio di Jussi Markkanen da Imatra, tutti su quel lato della geografia e della storia. A Joensuu il giovane Janne Juvonen svernò e si formò con gli Eno Jets e poi nella filiera dello Jokipojat Joensuu, salvo transitare (2011) nella struttura dei Pelicans Lahti sino a 186 partite al primo piano più vari prestiti in Mestis (seconda serie). A seguire un transito in Ebel con la maglia dell’Innsbruck ed in Prima serie svedese con il Mora, a seguire due stagioni nel Leksands, sempre in Svezia, ed infine la scelta della Khl. Nell’anno sbagliato, ecco.