(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 18.53) Imbarca ancora acqua la Borsa di Zurigo, il cui “Swiss market index” torna oggi ad 11’485.58 punti accusando un calo nella misura dell’1.76 per cento; a raffronto sommario, come se l’intera estate 2021 non avesse lasciato traccia, ed in effetti gli operatori sono chiamati a far medio riferimento su valori dell’ultima settimana di maggio. Non sfugge ora l’enormità degli oltre 1’000 punti persi in meno di sei settimane rispetto alla quota 12’573.43 di mercoledì 18 agosto; così come quel mini-“rally” era apparso atipico, a tratti artificioso ed in parte condizionato dalle modeste quantità via via oggetto di trattativa, allo stesso modo pare tuttavia di poter attribuire questa apparente tempesta ad una necessità di riorientamento stante l’eccesso di informazioni che piovono sugli operatori soprattutto da ambienti extrafinanziari. Scenari politici post-Angela Merkel in Germania, crisi dei carburanti nel Regno Unito, crollo della popolarità di Joe Biden presidente negli Stati Uniti, timori di una forte inflazione negli States anche sul medio periodo, fibrillazioni del colosso “Evergrande” in Cina, ascesa dei rendimenti per quanto concerne i “bond”, carenza di risorse per l’approvvigionamento di energia, pressione sui tecnologici e contesti da crisi umanitaria in vari Stati sono solo alcuni tra gli elementi in gioco; troppe le variabili rispetto al numero di equazioni da trattarsi, e nel momento del rischio non sono pochi quelli che preferiscono lasciare qualcosa sul campo e mettersi al coperto anziché viaggiare in direzione ostinata e contraria, formula quest’ultima che rimane tra i modi migliori – con termini prosaici – per un bagno da perdita secca.
Ai numeri per Zurigo, nessuno in salvo sopra la linea; “Ubs group Ag” capofila (meno 0.37 per cento) e di “Swisscom Ag” (meno 0.38) nelle posizioni di vertice, destano impressione i cedimenti netti di “Logitech Sa” (meno 7.25), “Partners group Ag” (meno 6.99) e “Lonza group Ag” (meno 3.88). Conferme a toni gravi giungono dagli indici collaterali; media e piccola capitalizzazione, che non sempre garantiscono soddisfazioni maggiori rispetto ai valori del primario, per contro sono una garanzia di febbre alta quando sull’altro versante vengono accusati i primi sintomi di raffreddore. Dalle altre piazze: Dax-30 a Francoforte, meno 2.09 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 2.14; Ftse-100 a Londra, meno 0.50; Cac-40 a Parigi, meno 2.17; Ibex-35 a Madrid, meno 2.59. Poco rilevanti gli scostamenti sul mercato dei cambi: 108.4 centesimi di franco per un euro, 92.89 centesimi di franco per un dollaro Usa; in calo a 38’377.01 franchi circa il controvalore teorico del bitcoin. Crivellata anche New York, con cedimenti fra l’1.61 ed il 2.65 per cento sugli indici di riferimento. Privi di controllo i prezzi del greggio: barile Brent a 78.63 dollari Usa, barile Wti a 74.72 dollari Usa.