A prima vista, una famigliola: nonno alla guida, figlia al suo fianco, e dietro una nipote nel senso di figlia di una figlia diversa. Sì, chiaro: nucleo dalla composizione eterogenea e tale da indurre a qualche sospetto, nell’esito di una prima verifica; alla seconda sarebbe poi emerso che non di gruppo con legami parentelari, ma della semplice copertura per un trasferimento di droga si trattava. Tre persone in manette giovedì scorso – di stamane l’informativa a sei mani, ossia ministero pubblico, Polcantonale ed Amministrazione federale dogane – su intervento di funzionari della citata Amministrazione federale dogane a Mendrisio, in un’area di parcheggio; grazie alla perquisizione del veicolo con targhe svizzere e giunto fresco fresco dall’Italia (era stato individuato e seguito o atteso? Si direbbe di sì) è stata rilevata la presenza di un vano nascosto e contenente “ecstasy” per una quarantina di grammi e cocaina per circa nove chilogrammi, e facendosi i conti in tasca al titolare del trasporto diremo che è stata tolta di mezzo merce per oltre 400’000 franchi all’ingrosso e per almeno 800’000 franchi in spaccio a minuto, considerandosi tutti i ricarichi che spettano agli operatori sulla filiera. I soggetti: 70 anni e cittadino svizzero con domicilio oltre il San Gottardo, 37enne cittadina italiana con residenz8a in Italia, 22enne cittadina ungherese dimorante oltre il San Gottardo. Le eventuali responsabilità delle due donne sono in corso di accertamento; al momento, per tutti, valgono ipotesi di reato quali l’infrazione aggravata e la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. L’inchiesta è coordinata da Nicola Respini, sostituto procuratore generale.