Al capolinea, e senza traccia alcuna di valenza penale, le valutazioni compiute in sede di ministero pubblico circa possibili elementi di interesse con riferimento a riscatti previdenziali da parte di alcuni membri del Consiglio di Stato. Come indica una nota ufficiale diramata questo pomeriggio, dall’esame di atti, procedure e materiale legislativo in essere, “non risultano adempiuti gli elementi costitutivi del reato ipotizzato” secondo ipotesi pertinente all’abuso di autorità, ex-articolo 312 del Codice penale svizzero, sulla scia delle comunicazioni pervenute all’autorità giudiziaria dal granconsigliere Matteo Pronzini. Conseguenza, in data di ieri e per la firma del procuratore generale Andrea Pagani, il decreto di non luogo a procedere.