Ammettiamo non essere facile, in questi tempi soprattutto, la posizione di Manuele Bertoli alla guida del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport. Riconosciamo tuttavia che a volte l’onorevole consigliere di Stato, a causa del suo essere tetragonico, riesce talvolta a risultare irritante anche per quanti con lui dovrebbero naturalmente condividere una linea di pensiero. Dal “Movimento per il socialismo”, che è poi penna del granconsigliere Matteo Pronzini, un ritrattino fresco fresco dopo la svolta nella “vexata quaestio” delle mascherine chirurgiche ora d’obbligo nelle scuole medie.
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“È stata dura, ma alla fine Manuele Bertoli ce l’ha fatta. Per la verità noi non abbiamo mai avuto dubbi: sapevamo che poteva farcela, e così è stato. Certo, ha dovuto combattere una grande battaglia contro tutti e tutte. Ha dovuto, ad esempio, continuamente spiegare ai docenti (che gli chiedevano da settimane di introdurre questo obbligo) che non era necessario, che le scuole non sono luogo di contagio, che poi, una volta usciti da scuola, i ragazzi la tolgono, eccetera eccetera. Le stesse spiegazioni (qui addirittura per mesi) ha dovuto darle ai medici che, imperterriti, continuavano a tempestarlo di petizioni sostenendo che le mascherine dovevano indossarle tutti, anche i ragazzi delle scuole medie. Ha dovuto infine richiamare l’attenzione dei colleghi di altri Cantoni che, da almeno due settimane, hanno introdotto questo obbligo. Ma oggi, raggiante e soddisfatto, Manuele Bertoli ci ha spiegato che le mascherine alle medie servono e sono utili e necessarie. Alla fine, ce l’ha fatta; come detto, non avevamo dubbi…” (in immagine, Matteo Pronzini).