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Calcio Dnb / Salta tutto, al Chiasso non è più tempo da Lupi

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Via l’allenatore, dentro un nuovo allenatore. Di più: arriva anche un viceallenatore, arriva anche un direttore tecnico, e nello stesso momento viene messo sotto contratto uno di quei giocatori che, ancora tre anni or sono, appartenevano alla categoria degli inarrivabili. Strano martedì, quello che sta per chiudersi, in casa Chiasso; e strano perché tutto era deciso già prima dell’ultima giornata, buon per il tecnico Alessandro Lupi – pardon, ex-tecnico, perché se tanti arrivano qualcuno deve far spazio – che la disgraziatissima stagione 2019-2020 della cadetteria pedatoria sia almeno stata coronata da una vittoria. Ma della latitanza di risultati, cinque vinte ed otto pari contro 23 sconfitte con un “meno 26” in differenza-reti, e più ancora il distacco di nove lunghezze dallo Sciaffusa penultimo e di 18 lunghezze dall’Aarau terz’ultimo, a qualcuno deve pagare il fio. Càpita.

Sufficit, e prima cosa secondo annunci di casa rossoblù. Via Alessandro Lupi, arriva Giovanni Zichella, “allenatore professionista”, sottolineano a Chiasso, come se il nome fosse privo di notorietà; il che non è, anzi. Pugliese della provincia di Foggia, Cerignola il luogo di nascita nello stesso giorno di Courtney Cox attrice in “Friends” e quindi all’anagrafe gli anni sono 56, forgiatore di giovani dalla buona carriera e di alcuni talenti confermatisi tali; tre lustri, a partire dal 1989, da tecnico nelle giovanili del Torino; viceallenatore all’Avellino prima di un ritorno sotto la Mole antonelliana sempre per le giovanili, indi titolare della panca al Valle d’Aosta ed al Chieri, poi vice al FeralpiSalò, indi ancora vice e poi titolare al Teramo; i numeri sono tutti dalla sua parte. Assistente di Giovanni Zichella sarà Andrea Vitali: un quintale di lavoro anche per lui, se ad avviso dei vertici societari si considera “opportuno e necessario ripartire (…) con nuovo entusiasmo e nuove motivazioni”, ferma restando la “convinzione secondo cui il lavoro svolto da (Alessandro) Lupi e dal suo “staff” sia (stato) una base solida su cui costruire il futuro sportivo” della società “in virtù del percorso di crescita fatto dalla squadra stessa e da molti suoi calciatori”, et cetera et cetera, elucubrazioni senza dubbio interessanti ma poi.

Si sarà per forza di cose brevi nel raccontare anche dell’innesto in squadra d’uno Stephan Andrist da Erlenbach per il centrocampo: sissignori, Stephan Andrist che a dicembre sarà 33enne e che, pur non arrivando mai in Nazionale rossocrociata maggiore, porta addosso carriera tra Thun e Basilea e Lucerna e Aarau e poi Hansa Rostock e Wiesbaden (36 reti in 120 partite nell’arco di quattro annate a partire al 2015) ed in tempi ultimi nella terza serie germanica, che diamine, il ragazzo torna in Svizzera e se lo piglia il Chiasso, chissà che sia l’investimento concettuale di cui ogni squadra ha bisogno. Peccato soltanto, per lui, che l’annuncio sia stato dato insieme con altre info dalla rilevante caratura; l’arrivo, non foss’altro che per l’esperienza, sarebbe stato da celebrarsi. Ed il botto, se si permette, arriva al piano superiore. Ruolo da direttore tecnico e da coordinatore generale nelle mani di uno che rischiò di fare la storia del calcio, ad Ezequiel Alejo Carboni, argentino da Buenos Aires con passaporto italiano, già centrocampista, almeno 14 anni – sui 41 anagrafici – di carriera da professionista compresi due trienni tra Salisburgo e Catania, poi tecnico al Lanùs sua “alma mater” ed all’Argentinos Juniors e proprio al Catania; fu nazionale giovanile, mai nella Selezione maggiore, mai nel taschino destro in alto dei vari Marcelo Bielsa, José Pekerman, Alfio Basile e via elencandosi i numerosi commissari tecnici della Albiceleste; eppure, stando anche soltanto ai suoi coetanei pariruolo, era meglio d’un Pablo Cèsar Aimar Giordano, salvo forse nell’ostinazione da dribblatore che tanto fa spettacolo, ma risultati non sempre produce. Buon lavoro a tutti, e boh, una cosa è certa: peggio di quanto si vide nella stagione 2019-2020 sarà impossibile il fare.