In casa, e dopo aver acquisito qualche competenza, si era costruito un laboratorio ad alto tasso di specializzazione. Non da intagliatore del legno o da vasaio o da artigiano della meccanica, ma per un’edizione 2.0 del mestiere da novello Cagliostro alias Giuseppe Balsamo sedicente possessore d’una pietra filosofale; pietra filosofale, l’amuleto per eccellenza, l’amuleto che con un athanor per l’esecuzione alchemica ad un tempo avrebbe saputo trasmutare in oro il vile metallo, e che oggi invece si ha, con qualche base chimica artificiale, per produrre droghe sintetiche, diciamo sui livelli delle metanfetamine quale àmbito di riferimento. Pericolo grave, per lui stesso in quanto consumatore e per quelli cui la merce veniva spacciata, e che si spera sia ora scongiurato per sempre sull’effetto del decreto di accusa fresco di transito in giudicato dal momento che il colpevole non si è opposto: pena detentiva pari a 180 giorni, ma con la sospensione condizionale. L’uomo, un 24enne cittadino svizzero di origine non precisata e con domicilio nel Luganese, doveva rispondere della produzione di droghe per il peso di alcuni ettogrammi; fra le ipotesi di reato figuravano infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione alla Legge federale sulla protezione contro le sostanze e contro i preparati pericolosi. Posti sotto sequestro le sostanze chimiche ed il materiale trovato durante la perquisizione del laboratorio artigianale.