Home CRONACA Bombaroli per… vedere l’effetto che fa. E non in due soli casi

Bombaroli per… vedere l’effetto che fa. E non in due soli casi

386
0

Si sapeva di Bellinzona, area della scuola elementare di via Lugano, mercoledì 26 febbraio. E si sapeva di Bellinzona, zona di via Golena, venerdì 13 marzo. Ebbene: non solo quelli furono gli atti delinquenziali d’un gruppetto di sciocchi ragazzi cui l’anagrafe conferisce vari diritti, e ad un altro li avrebbe garantiti entro breve, e che di cotanta libertà fecero uso andando in giro a piazzar ordigni artigianali che causarono danni ed avrebbero potuto ammazzare qualcuno, solo che uno si fosse trovato da quelle parti perché voleva prendere una boccata d’aria.

Vari ed a maggior raggio, intendendosi almeno la dimensione del Distretto della capitale, gli episodi che le autorità inquirenti – ministero pubblico nella persona della procuratrice Petra Alexakis Canonica e magistrato dei minorenni – addebitano al gruppetto di giovani dilettatisi nel far esplodere bombette e bomboni nel Bellinzonese, e sulla chiusura della fase di indagine salta fuori che già in precedenza, di episodi dello stesso genere, era stato costellato il percorso di alcuni tra i tizi implicati. Nel senso: per Bellinzona zona scuole, indagati tre domiciliati nel Bellinzonese, ovvero un 21enne svizzero di origine non precisata, un 20enne spagnolo ed un 17enne dato genericamente per “straniero” e che fonti consultate dal “Giornale del Ticino” indicano essere iraqeno; per il solo caso di Bellinzona via Golena, indagato anche un altro 21enne svizzero di origine non precisata e che era stato intercettato al tempo dell’accaduto. Ma il gruppetto – e tac, guarda un po’ che cosa si scopre appena uno gratta sotto la superficie – era anche spalleggiato: non da una mente diabolica, non dal Lato oscuro della Forza, ma da un tizio che si prese in carico il compito di custodire almeno una parte del materiale poi servito per causare la grave esplosione di via Lugano. Trattasi, nella fattispecie, di un non propriamente giovane: anni 62 (sei-due), cittadino italiano, residenza nel Bellinzonese ed almeno in questo c’è elemento di congruità. Linea probabile di difesa: tutto a mia insaputa.

Per tutto quanto è ancora da configurarsi, bon, basta il pedice della nota-stampa diffusa oggi: fra le accuse principali figurano danneggiamento, esplosione, uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi e delitto contro la Legge federale sugli esplosivi. Non solo: il 21enne su cui avrebbe fatto perno l’intera ghenga si trova a tutt’oggi in stato di detenzione preventiva, risultando egli recidivo specifico. In fondo in fondo, potrà dire, si cercava soltanto di ingannare il tempo e di sconfiggere la noia.