Gli appelli alla responsabilità, di solito, funzionano. Non tutte le volte e non per tutti, pur in un tempo nel quale le forze dell’ordine sono primariamente indirizzate – e, si spera e si confida, in modo adeguato – su impegni al massimo livello di attenzione; prova è il fatto che, oltre al 20enne stupidotto finito ieri sotto il “flash” della A2 a Bodio (vedasi in altra parte del “Giornale del Ticino”), altri tre fenomeni hanno liberamente scelto di devolvere cifre consistenti alle casse dello Stato per tramite della Polcantonale. Come indica una nota-stampa diffusa questo pomeriggio, i controlli sono stati eseguiti negli ultimi giorni in tre momenti distinti, presumibilmente uno nel Luganese e due nel Bellinzonese: in tratti nei quali valeva l’ordinario limite a 120 chilometri orari, un passaggio a 166, un altro a 165, un altro a 160. A margine, pare che non sarà accolta con favore la scusa “Mi si era incastrato il pedale”.