Una discrepanza tra documentazione cartacea presentata in frontiera e numero di oggetti dichiarati agli operatori della Guardia italiana di finanza rischia di costar caro ad un uomo intercettato nei giorni scorsi – di stamane l’informativa da fonti ufficiali – al valico di Stabio-Cantello frazione Gaggiolo: contestate infatti le finalità del trasferimento di un cospicuo numero di orologi di marca, essendo stata dichiarata per parte di essi (10 su 34) una destinazione fieristica a Parma mentre degli altri 24 pezzi sarebbe stata “dimenticata” l’esibizione al momento del transito in frontiera. Nella sostanza, il conducente dell’auto – si tratta di un cittadino italiano indicato come “residente in Svizzera da anni” e che disponeva di regolare “carnet Ata” (il cosiddetto “passaporto delle merci”) della Camera di commercio del Canton Ticino in Lugano – sarebbe stato nel pieno suo diritto per i 10 orologi sottoposti ai finanzieri, trattandosi di operazione in regime doganale di importazione temporanea (e, dunque, in esenzione dal pagamento di dazi e di Imposta sul valore aggiunto, purché la merce venga poi riesportata nel Paese di provenienza) per quanto riguarda le norme fiscali tricolori; nella vettura, tuttavia, erano presenti anche altri prodotti, tutti contenuti in una valigetta. Il controvalore stimato dei pezzi, ora sottoposti a sequestro, si situa sopra il milione e mezzo di franchi; l’uomo è stato denunciato all’autorità giudiziaria competente per contrabbando aggravato.