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Hockey / Coppa Svizzera all’Ajoie, il trionfo di Giacomo Casserini

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Degli Hazen dei Devos degli Hauert e di Gary Sheehan allenatore, certo. Ma soprattutto di uno nostrano è la Coppa Svizzera 2019-2020: un “enfant du pays”. Ed allora alza quella coppa, Casse; alzala e mostrala anche al Ticino, tu che da sette stagioni hai rinunciato alla massima serie e ti sei promesso e legato all’Ajoie, tua seconda casa sotto ogni profilo professionale, ogni anno mettendo sul piatto lo stesso entusiasmo che mostravi quando in licenza “B” calavi dagli allora Iuniores “élite A” dell’AmbrìPiotta per prestarti all’Ascona in Seconda lega o ai GdT1 Bellinzona un gradino sopra, e nello stesso tempo facendo parte dei quadri rossocrociati.

Alza quella Coppa, Giacomo Casserini di anni 29 compiuti a settembre, oltre 400 partite di Lega nazionale e 100 punti ufficiali cumulati da difensore tascabile; alzala ed alzala con orgoglio, perché nel tuo Ajoie ci sono di certo i pluricampioni come Mathias Joggi ed i frombolieri alla Philip-Michael Devos ed alla Jonathan Hazen, ma per vincere servono quelli che incarnano uno spirito d’impresa e di azienda; cosa che avresti fatto di sicuro anche restando in Ticino (domanda: vogliamo davvero “pesare” la qualità di certi difensori circolanti e metterla sull’altro piatto della bilancia? No, non è il caso), cosa di cui sono felici oggi nel Giura. Peana tenuto per lungo tempo nel cassetto, questo per Giacomo; peana che viene speso nella serata del trionfo, finale del secondo trofeo nazionale per importanza, squadra di cadetteria giunta battagliando sino alla finale e qui capace di stendere il Davos quarto nella massima serie. Stendere, non solo sconfiggere: micidiale sfruttamento dei “power-play” prima che andasse alllo scadere una mezz’ora, doppietta di Mathias Joggi (8.37 e 29.18), in mezzo il 2-0 di Reto Schmutz (10.17) ed il 3-0 di Alain Birbaum (21.30), impotenti i grigionesi ritrovatisi sotto il gravame d’un “poker” ed in sbandamento anche mentale (una penalità minore per numero eccessivo di giocatori in pista: può essere casualità, ma a questi livelli la cosa denota nervosismo).

Alla replica il Davos andò infatti: con Luca Hischier (29.53), con Mattias Tedenby (39.14, nella circostanza con assist di un altro ticinese che è poi l’umile e fruttifero Samuel Guerra) e con Marc Wieser (49.15), e parve dunque che la questione stesse per tornare sui binari previsti ché si pretende il sussistere una differenza fra primo e secondo livello dell’hockey nazionale, per quanto già due anni addietro proprio il Davos fosse andato a schiantarsi contro i RapperswilJona Lakers, e questi ultimi stessero per l’appunto al piano inferiore. Invece: altra superiorità numerica, soli 18 secondi e stacco (52.59, Thibault Frossard, 5-3); disco al centro, possesso Ajoie, Jonathan Hazen al quarto di quelli che saranno cinque assist personali, Philip-Michael Devos per il 6-3 (56.15); e da una collaborazione tra Jonathan Hazen e Philip-Michael Devos (tre assist sul taccuino di quest’ultimo) giungerà l’ultimo sigillo di Reto Schmutz (58.49), a portiere avversario richiamato. Sarà 7-3, sul tabellone dell’“Arena” di Losanna e davanti a 9’284 spettatori, prova provata del buon esito di un certo sforzo nel riportare lustro sulla Coppa Svizzera; 7-3 ad onore principalmente della difesa dell’Ajoie, 41 infatti i tiri totalizzati dal Davos, 25 soltanto quelli dei giurassiani. Onore a Giacomo Casserini; onore anche ad un altro ticinese, Zaccheo Dotti da Mairengo, rossocrociato “Under 19” ed “Under 20” eppur per lui mai l’onore della National league, ed anche questa è storia che non regge e che non si spiega. Ma pazienza: è notte di festeggiamenti, tra Porrentruy ed Ajoie e Courtedoux e Fontenais e Courchavon e Courgenay, tanto per aggiungere un tocco di mito in memoria della locandiera Gilberte. In immagine, la medaglia per i vincitori della Coppa Svizzera di hockey 2019-2020.