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Campione d’Italia (Como), indagato il presidente del Casinò (che non c’entra)

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 17.48) Mario Venditti, 72 anni, da Benevento (Italia), odierno presidente del Casinò di Campione d’Italia (provincia di Como) nell’omonima “enclave”, è stato iscritto nel registro degli indagati e sottoposto nelle scorse ore a triplice perquisizione domiciliare nelle sue residenze a Genova, a Pavia ed a Campione d’Italia per l’appunto. Il professionista risulta sotto inchiesta per un’ipotesi di reato da collocarsi nell’area della corruzione in atti giudiziari per questioni che nulla hanno a che fare con la conduzione o con la gestione della casa da gioco e che invece si legano strettamente alla professione esercitata in àmbito giudiziario, in modo specifico durante l’ultimo periodo (2014-2023) della presenza alla Procura della Repubblica italiana in Pavia: operava infatti Mario Venditti quale procuratore al tempo – anno 2017 – in cui fu archiviata la posizione dell’ora 37enne Andrea Sempio, soggetto rientrato di recente quale indagato in concorso su un omicidio perpetrato nell’agosto 2007 a Garlasco, vittima la allora 26enne Chiara Poggi (con sentenza definitiva, per tale delitto, fu condannato nel 2015 l’ora 42enne Andrea Stasi, fidanzato di Chiara Poggi, che ha pertanto scontato 10 anni sui 16 inflittigli). A Mario Venditti, nel teorema formulato in sede di Procura della Repubblica a Brescia (titolare Francesco Prete, sostituta Claudia Moregola), sarebbe in sostanza addebitato un rapporto “condizionato” con i genitori di Andrea Sempio, e con l’odierno imputato stesso, all’inizio del 2017 cioè quando la posizione del giovane fu rapidamente archiviata dopo interrogatorio; il “dossier” fu in realtà riaperto anche nel 2020, di nuovo con veloce (dopo interrogatorio, la posizione del giovane fu archiviata) sia nel 2020 (“dossier” riaperto, nuova e rapida archiviazione).

Oggetto degli accertamenti in essere, e nei quali sono coinvolti – parimenti da indagati – due ex-membri delle forze dell’ordine, sia la sospetta mancata trascrizione di alcune intercettazioni sia una per ora solo ventilata dazione di 20’000, forse 30’000 o 35’000 euro, in contanti; incertezza vi è per ora circa il destinatario effettivo di tale cifra, la cui entità sarebbe attestata da appunti scritti a mano su una rubrica nel frattempo acquisita agli atti. La cifra sarebbe stata raccolta, in un periodo di poco precedente alla prima archiviazione, fra i parenti stretti di Andrea Sempio e con riversamento al padre dell’imputato, il quale avrebbe poi proceduto a ritirare una cospicua somma (30’000 euro); secondo gli inquirenti, per l’appunto, i soldi sarebbero stati poi destinati a determinare il proscioglimento. Secondo gli avvocati di Andrea Sempio, invece, tale denaro fu effettivamente raccolto per esigenze di copertura delle spese legali.

La presenza di Mario Venditti alla guida del Casinò di Campione ebbe origine su proposta di Roberto Canesi, sindaco dell’“enclave-exclave”, in coincidenza con l’uscita del magistrato dai ruoli (2023) cioè appena dopo il riavvio delle attività della casa da gioco, come noto passata dalla dichiarazione di fallimento (luglio 2018) alla riapertura (gennaio 2022) dopo annullamento della sentenza (dicembre 2020) in sede di Cassazione.