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Hockey Nl / Lugano, è Linus Omark la pezza agli infortuni (e agli scarsoni)

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In contesto di sventura equilibrata, concetto che si riassume in un 50 per cento di scalogna (registrati infortuni in serie) ed in un 50 per cento di imperizia (ingaggi errati e conferme lunari: si vuole riconoscere ed ammettere che due degli odierni stranieri, se non tre, sono al di sotto del minimo vitale per una squadra con ambizioni di accesso diretto al “play-off” della National league?), porte girevoli di nuovo attivate in casa Hockey club Lugano: una pezza ha infatti messo stamane Janick Steinmann con l’aggiunta di Linus Karl Heimer Omark al “roster” bianconero e cioè andando a rastrellare sul mercato quel che si trovava in condizioni di libertà contrattuale e di disponibilità ad inserirsi in corsa e con funzioni non accessorie. Fuori dai denti, l’attaccante svedese – viene da Övertornea, nord del Paese, sul confine con la Finlandia; latitudine, “grosso modo”, quella di Rovaniemi, già sulla linea del Circolo polare artico – porta con sé un “palmarès” da talento rivelato: Nhl con Edmonton Oilers (di cui era stato scelta al quarto giro della “draft” 2007, 97.o in ordine di chiamata) e Buffalo Sabres, Ahl con gli Oklahoma City Barons, Khl con Dynamo Mosca e Salavat Ufa e Jokerit Helsinki, Svezia con il Luleä sin dalla filiera giovanile e non di rado come luogo di ritorno, ultima esperienza nella stagione 2024-2025; in landa d’Elvezia, Zugo da National league (nel torneo 2012-2013) e ServetteGinevra con identico livello (campionati 2020-2021 e 2022-2023), diciamo 1’200 partite ai massimi livelli ed oltre 100 convocazioni per la Nazionale delle “Tre corone”; un titolo svizzero con il ServetteGinevra (2022-2023), un titolo svedese con il Lulea (2024-2025), un oro e due bronzi ai Mondiali, varie classifiche individuali vinte per goal ed assist, et similia. Tutti elementi positivi, compreso il fatto che è stato concordato un contratto a tempo determinato ossia sino a lunedì 3 novembre, dovendo il Lugano disputare non meno di 15 incontri da qui a là, e poi se del caso si vedrà.

L’acquisizione di Linus Omark alla causa bianconera, nelle dichiarazioni di contorno che giungono dagli ambienti della “Resega” di Porza, è funzionale a dare linfa al reparto offensivo dovendosi l’allenatore Tomas Mitell confrontare ogni giorno con i membri dello “staff” medico e ricevendo egli sempre l’identica risposta (“Restano in infermeria”) tanto per Jiri Sekac quanto per Rasmus Kupari, 33enne ceco il primo e 25enne finnico il secondo, l’uno largamente deficitario l’anno scorso ma riemerso dalle nebbie durante la preparazione alla stagione 2025-2026, l’altro in arrivo direttamente dai Winnipeg Jets della Nhl e di fatto visto all’opera solo per scampoli di partita nelle amichevoli; imprecisabili i tempi di recupero, un timore si ha ed un sospetto si nutre circa la situazione sanitaria pregressa di Rasmus Kupari, anche su questo aspetto valga una sana sospensione del giudizio, eppure. Doveroso è il dar conto anche di ciò che, nell’ingaggio di Linus Omark, sta sull’altro piatto della bilancia: primo, trattasi di un’ala sinistra e di sicuro sarebbe servita un’ala destra; secondo, il giocatore va per i 39 a norma di Servizi demografici; terzo, non si ha notizia di altre offerte che gli fossero pervenute (ma come, uno vince il titolo svedese marcando 17 goal e 27 assist in 62 partite – soprattutto, cinque goal e cinque assist nei 12 incontri del “play-off” – e nessuno gli sottopone un rinnovo del contratto o un’offerta dignitosa?); quarto, un minuto dopo la conquista del titolo 2024-2025 (serie finale di “play-off”, sesto incontro, 5-2 sul Brynäs, ciclo chiuso sul 4-2), Linus Omark aveva dato ad intendere di essere giunto al capolinea dell’attività discatoria come agonista, lasciando aperta solo una finestrella per eventualità estere che non si erano poi manifestate, ergo non si sa quanto egli si sia allenato da allora e soprattutto se egli si sia allenato.

Vero, tuttavia: il Lugano viaggia sul passo di sei partite disputate per 363 minuti e 59 secondi effettivi, un incontro vinto, cinque incontri persi, otto goal realizzati – dagli stranieri un solo timbro a nome di Zach Sanford, peraltro in superiorità numerica – e 15 subiti; in tali condizioni, manna dal cielo è anche un contributo da situazioni speciali. Chi voglia controllare: l’efficienza del “power-play” bianconero si situa al 6.67 per cento (media in National league: 17.65 per cento, ma lo Zugo è al 35.71 per cento ed il Losanna se la cava al 33.33 per cento…), difficile anche soltanto l’immaginare di far peggio. Una domanda, tuttavia, a mo’ di chiosa: tra gli stranieri, adesso, chi andrà ad accomodarsi in tribuna?