Martedì hockeystico da un punto sui sei potenziali, quello appena andato agli archivi in National league, per le ticinesi, il che significa altra doppia sconfitta, la terza e la quarta consecutiva per l’AmbrìPiotta e per il Lugano rispettivamente: fossimo a metà campionato parleremmo di flessione fisiologica, trovandoci all’inizio del torneo ci forziamo ad evitare i toni apocalittici ma la falsa partenza è a questo punto sotto gli occhi di tutti, e persino dei tifosi. Nel caso non ci si fidi delle parole, si voglia credere almeno alle cifre: parlano le distanze di nove e di 10 lunghezze dal Davos capolista, parlano il 10.o ed il 13.o posto in graduatoria (su 14, giusto).
Diciamo del Lugano, che è il beneficato (si fa per dire) del turno: avanti per 2-0 ad otto minuti e briciole dall’ultima sirena (36.47, David Aebischer; 48.31, Zach Sanford in superiorità numerica) dopo aver anche superato indenne le conseguenze della penalità di partita inflitta a Brendan Perlini (20.51), i bianconeri si sono lasciati rimontare fra il 51.47 (vi ricordate di Petr Cajka, ceco con licenza svizzera che fiammeggiò per una mezza stagione ai BiascaTicino Rockets? Ecco) ed il 55.03 (Marcus Sylvegaard per il tabellino, autorete di Carl Dahlström in verità); al primo tiro degli avversari nel supplementare, 59 secondi a rigore di cronometro, 2-3 per la firma di Toni Rajala e tanti saluti. Polvere che resta: un assist per Mike Sgarbossa, un assist per Connor Carrick, Niklas Schlegel che con quei chiari di luna nella sua difesa non è tranquillo, e 20 tiri contro 35 che denunciano sterilità concettuale. Ah, avrete notato che non si è fatta menzione del nome dell’avversario: trattavasi del BielBienne, sino a stasera detentore di uno zero alla voce “Ci siamo anche noi”.
Carrellata d’uopo, d’ufficio e per dovere di servizio ora sull’Ambrì, la cui certezza (del momento) si chiama Philip Wüthrich in porta, 28 parate – alcune da “clinic” estivo – su 31 conclusioni di casa Berna per l’1-3 finale. Ospiti avanti al 19.49 grazie a Tim Heed in “power-play”, assist di Christopher DiDomenico; vantaggio mantenuto sino allo scavallamento; poi pan per focaccia (30.38, Emil Bemström, a cinque-contro-quattro appunto) e sorpasso dal bastone di Mats Alge (39.43); di Louis Füllemann il chiodino ultimo (57.35). Noterelle: 21 tiri biancoblù contro 31; Manix Éric Landry centro del secondo blocco, Lukas Éric Landry centro del quarto blocco; Diego Kostner ridotto alla gestione di qualche ingaggio per un impiego complessivo da 244 secondi; fra gli stranieri, Christopher Tierney imperterrito nel collezionare statistiche negative (oggi, sotto di due nel “plus-minus”) e con zero conclusioni nello specchio della gabbia; Alex Formenton autore di cinque tentativi – almeno lo spirito di iniziativa è presente – ma virgola su virgola al totalizzatore; Nicolas “Nic” Petan congelato in tribuna dopo un giro di allenamenti in maglia grigia.
I risultati – Ajoie-RapperswilJona Lakers 2-4; Berna-AmbrìPiotta 3-1; BielBienne-Lugano 3-2 (al supplementare); Davos-Kloten 4-2; Losanna-ServetteGinevra 11-0; Scl Tigers-Zsc Lions 2-1; Zugo-FriborgoGottéron 4-5 (ai rigori).
La classifica – Davos 12 punti; Losanna, Zsc Lions, RapperswilJona Lakers 9; Scl Tigers, Zugo 8; FriborgoGottéron, ServetteGinevra 7; Berna 5; Kloten, AmbrìPiotta 3; BielBienne, Lugano 2; Ajoie 0.