Home ESTERI A margine / Portano l’ospite al “Meeting”. Per accompagnarlo all’uscita…

A margine / Portano l’ospite al “Meeting”. Per accompagnarlo all’uscita…

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Sempre stato luogo di confronto, il “Meeting per l’amicizia fra i popoli” la cui 46.a edizione si è aperta ieri nella consueta sede di Rimini (Italia); confronto, sì, ma non pochi si sono sorpresi perché nella giornata inaugurale il tema “forte” – titolo: “L’Europa tra oggi e domani” – è stato appannaggio di Mario Draghi, già presidente del Consiglio, già governatore della “Banca d’Italia”, già presidente della “Banca centrale europea”, corresponsabile del fallimento del Vecchio Continente persino nei termini progettuali (non si avvide nemmeno del fatto che la riunificazione della Germania era pagata dagli altri Paesi) e soprattutto riconosciuto specialista nel dare risposte ad un problema, quale che esso sia, quando il problema si è già esaurito o ha già prodotto danni. Nella circostanza, Mario Draghi non si è smentito: attacco frontale ad Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea (resta, sullo sfondo, l’ambizione a sostituirla nel ruolo) ma senza nominare il bersaglio, ché magari uno in platea si sarebbe ricordato del non lontano periodo in cui i due sembravano alleati simbotici come il paguro bernardo con l’attinia; denuncia (molto molto molto “ex-post”) dell’inazione diplomatica dell’Europa sul conflitto tra Russia ed Ucraina; critica al modello della globalizzazione (oh, santa pace: dal tizio che elevò la globalizzazione ad ideologia?); pretesa “tout court” di un’unione politica continentale (sì, stai fresco). Una collanina di grottassurdizioni, ovvero di asserzioni in cui l’assurdo sconfina nel grottesco e viceversa, alla quale in assenza della facoltà di interlocuzione il pubblico non ha potuto replicare in modo congruo, a mo’ di esempio come i soldati dell’esercito di William Wallace quando nella finzione filmica di “Braveheart” mostrano di scatto le chiappe nude ai nemici.

Al netto dell’essere un acrimonioso negatore del diritto altrui alla critica (e guai a far presente che l’Unione europea è un ossimoro morente se non già morto sin dall’atto del concepimento), Mario Draghi malissimo o per nulla si sposa con il messaggio sociale e culturale – e, avantutto, di fede – di “Comunione e liberazione”, vale a dire il movimento ecclesiale che del “Meeting” è motore. Ed allora, perché tale vetrina? Un’idea, ascoltato che fu l’invero inaudibile discorso del precitato, ce la si è fatta: a “Comunione e liberazione” hanno riscoperto un fondamentale di sant’Agostino di Tagaste, vescovo di Ippona, e cioè l’“Illi dicunt, nos autem dicimus” (“Essi affermano, noi invece diciamo che…”) posto come pietra tombale a confutazione di altrui tesi. Anche in termini formali, così agendosi, il principio del dialogo è stato rispettato: sùbito Mario Draghi come ospite, e sùbito via il veleno; a seguire, rispettoso ma fermo accompagnamento alla porta.