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Da Locarno con furore: ciak, si gira “Jackie Chan e i sette cappelli”

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Con i numeri ci sa fare, il signor Chan Kong-Sang di anni 71 ed anagraficamente rimodellatosi in Fang Shilong (Fang è il cognome per ascendenza paterna) alias Jackie Chan: nel cinema, oltre 200 pellicole tra interpretate e/o dirette e/o prodotte; nella musica, una ventina di album con oltre 100 brani da prima voce. A Locarno, dove l’attore-cantante-regista si trova per ricevere questa sera il “Pardo alla carriera”, il transito in diagonale di Jackie Chan attraverso piazza Grande ha scatenato questo pomeriggio turbolenze di folla reiterate e degne d’uno che, per quanto riguarda la qualità della carriera di cui trattasi, si è messo in bacheca anche l’“Oscar”: c’è in effetti chi ha filmato la scena, vedendo poi Jackie Chan eclissarsi all’interno della “Risa”, da oltre un secolo la cappelleria-emblema della città e nella cui titolare Irene Sax è depositato il seme dello stile e della ricercatezza (questo sì, un “esprit Locarno”). All’esterno, centinaia di “fan” prementi e pressanti; temporaneamente sbarrati per ragioni di sicurezza gli accessi al negozio; “body-guard” in schieramento a protezione dell’ospite e di due suoi coinvitati; per gran tempo la sosta, sondato in lungo ed in largo l’assortimento, pienamente soddisfatto il cliente (nella foto GdT, Jackie Chan con Irene Sax titolare a sinistra ed Anna Pedretti consulente ed armocromista a destra): ben sette i pezzi acquistati, cinque per sé ed uno ciascuno per gli accompagnatori, di varia foggia i copricapi.

Ed in materia di numeri, parlandosi di uno che si è distinto con “Due cavalieri a Londra” e con “I tre dell’Operazione Drago” tra gli altri, ecco pronto il titolo provvisorio per un potenziale “blockbuster”: “Jackie Chan e i sette cappelli”. Messaggio a messer Raphaël Brunschwig gran falconiere del “Festival” e tra l’altro lì presente: Lei che può e che è in ottimi rapporti, suggerisca l’idea, un Jackie Chan lanciato con il motoscafo sulle acque del Verbano o aggrappato alla roccia sopra l’Orrido di Ponte Brolla mentre affronta in sfida finale il malefico rapitore di Traffiume (così tiriamo dentro anche i confinitimi cannobiesi) non può che fare il bene della settima arte declinata in salsa locarnese…