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Calcio Dna / Sion pokerista, Lugano pollo spennato. Tre squadre in fuga

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Un esordio infelice ci può anche stare; la perseveranza nell’autolesionismo, meno. All’1-2 interno d’una settimana fa per mano del Thun, il Lugano della massima divisione pedatoria – lo stesso Lugano palesatosi tutto cuore e tempra nel secondo confronto di EuropaLeague, giovedì scorso, purtroppo con il gravame dell’eliminazione ad opera del Cluj – ha aggiunto oggi una perla da 0-4 in quel di Sion, due goal al passivo per tempo pur nella consueta amministrazione del gioco (possesso-palla al 67 per cento, 603 passaggi completati contro 301); a contare sono tuttavia i palloni in rete, quattro su otto tiri in quota vallesana, zero su tre conclusioni (tre) per quanto riguarda i bianconeri. Il resto è letteratura, bei racconti, rammarico per il mancato innesto di Mattia Zanotti dato sul foglio-partita sin dal primo minuto ma fermatosi – infortunio – durante la fase di riscaldamento; l’alternativa nel ruolo si chiama Zachary Brault-Guillard, la storia del confronto confermerà che meglio sarebbero andate le cose se il Lugano avesse giocato in 10 per l’intera prima frazione (all’intervallo il subentro di Lukas Mai, ma ormai, amen).

Cronaca smunta e bisunta: 6.o, imbeccata in profondità da Nias Hefti, sinistro quasi comodo di Josias Lukembila, 0-1; 42.o, suggerimento di Nias Hefti e qui spunta il destro di Ilyas Chouaref per il raddoppio; destino segnato allo scadere dell’ora, pronti tre cambi sulla panca ospite (tra questi Elias Pihlström, che nel finale si distinguerà almeno per un legno colto in azione ben costruita), sinistro di Benjamin Kololli, e fanno tre. L’ultimo sigillo da uno visto sino a qualche mese fa in Ticino, sponda Bellinzona, vera rivelazione per produttività: sul “poker” la firma di Rilind Nivokazi, minuto 80. Dal fronte bianconero: due iniziative di Renato Steffen, una di Kevin Behrens, qualcosa da Mattia Bottani che ci mette il suo anche se l’acqua sta ormai sommergendo ponte e timoneria; su Amir Saipi non s’osa più spendere una parola, anche se pare che tutti i difetti dell’anno scorso si siano decuplicati e che i pregi siano invece scomparsi, cosa grave in ogni ruolo ma ancor di più se sei il portiere. Mettiamola così: un Mister Wolf che si fosse paracadutato oggi su Cornaredo per la prima volta nella vita avrebbe risolto il problema chiedendo il licenziamento dell’intero reparto difensivo. Salvabili Georgios Koutsias (goal fatto, fuorigioco), Uran Bislimi (un paio di suggerimenti a bersaglio, nel senso che i compagni di avventura sono riusciti almeno a non sbattere la palla oltre il nucleo storico di Aldesago), il menzionato Elias Pihlström svedesino nemmeno 19enne e sotto contratto per un lustro; sulla fede aggiungiamo Renato Steffen, tendente sì ad incaponirsi ma semplicemente bisognevole di un supporto per il dai-e-vai, e chissà se è un problema di schema o di ecosistema. Nell’attesa di una sollecita definizione a proposito di quest’ultimo dilemma che forse sconfina nel trilemma, si sappia che l’abitudine alle sconfitte si trasforma in depressione, tutto qui.

I risultati – Servette-San Gallo 1-4 (ieri); Winterthur-Youngboys 1-1 (ieri); Basilea-Grasshoppers Zurigo 2-1 (ieri); Thun-Losanna 2-1 (oggi); Lucerna-Zurigo 1-1 (oggi); Sion-Lugano 4-0.

La classifica – Sion, San Gallo, Thun 6 punti; Youngboys, Lucerna 4; Losanna, Basilea 3; Winterthur, Zurigo 1; Grasshoppers Zurigo, Servette, Lugano 0.