(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 23.58) Diverbio, lite, vie di fatto. Poi, improvvisa, la lama che balena in una mano, almeno un fendente, ed è un fendente mortale. Un 57enne, B.S.R. le iniziali, identità nota alla redazione del “Giornale del Ticino” e rilevabile da alcune testate d’oltrefrontiera, cittadino svizzero con domicilio a Lugano, è morto poco dopo le ore 19.00 di oggi, domenica 6 luglio, sulle conseguenze dell’accoltellamento subito – ma questa è solo la prima ipotesi, non potendosi escludere una disgrazia – ad opera di uno dei due figli adottivi con i quali si trovava all’interno di un appartamento in Luino, lungo via Vittorio Veneto, attorno al numero civico 50. Standosi a prime e sommarie informazioni, all’arrivo dei soccorritori – sul posto unità della “Croce rossa italiana” – l’uomo respirava ancora; il decesso è sopravvenuto pochi attimi più tardi, quando i sanitari stavano per dare inizio alla stabilizzazione in vista del ricovero del 57enne sotto regime di codice rosso. Il 25enne dalle iniziali F.R., parimenti dall’identità nota alla nostra redazione e responsabile dell’accoltellamento (dinamica dell’episodio ancora da ricostruirsi: da presumersi che l’arma da taglio fosse già nelle disponibilità del giovane, forse prelevata nel locale-cucina dell’abitazione) è stato individuato e fermato da effettivi dell’Arma dei Carabinieri, stazione locale, a distanza di qualche centinaio di metri dallo stabile ed ancora nella zona del centrocittà. Anche F.R., al pari dell’altro figlio adottivo (entrambi i giovani sono di origine africana), è domiciliato a Lugano.
Non si hanno notizie sul preciso numero delle persone presenti – tre di certo: B.S.R., F.R. e l’altro figlio – nell’abitazione al momento del fatto di sangue, né sull’eventuale presenza di estranei al nucleo familiare (sempre che di nucleo familiare si possa parlare: nell’appartamento, secondo un primo riscontro, vive da qualche tempo l’ora vedova dell’ucciso: si tratta di una 58enne, avvocata con abilitazione sia svizzera sia italiana ed operante sul foro di Lugano, figura tra l’altro assai nota ed apprezzata in specifico àmbito); a quanto trapela da primi accertamenti, tuttavia, il secondo figlio avrebbe tentato di opporsi all’atto omicidiario, interponendosi fra aggressore ed aggredito ma senza esito. La zona di via Vittorio Veneto è stata transennata ed interdetta alla circolazione veicolare dall’intersezione verso l’ex-capolinea dei bus extraurbani alla rotatoria verso la stazione ferroviaria. All’opera gli specialisti della Polscientifica.