Difficile il classificarla come “buona notizia”, ma ingiusto sarebbe il non considerarla almeno come un primo passo nella direzione del dialogo che le parti hanno dichiarato di voler sostenere e sviluppare: 24 ore dopo l’annuncio di dolorosi tagli nell’organico di redazione (5.5 i posti che saranno eliminati), nel corso di un incontro svoltosi stamane i rappresentanti della società editrice “Regiopress Sa” si sono dichiarati d’accordo circa il temporaneo congelamento del piano di ristrutturazione, nelle forme di un rinvio per 30 giorni come da richiesta venuta dai dipendenti dell’azienda. Il posticipo è da considerarsi funzionale ad una consultazione sui provvedimenti che la proprietà considera ad ogni modo incastellati e dunque non modificabili nella sostanza; anche su questo terreno, peraltro, si stanno disegnando sentieri non propriamente alternativi ma in grado di riconfigurare lo scenario; datasi cioè la massa oraria il cui costo incide sui bilanci in modo non più sostenibile, direzione ed editore si sono detti “disponibili a valutare proposte volontarie di riduzione del tempo di lavoro” ed anche ad eventuali uscite, parimenti volontarie, per prepensionamento.
Alla riunione odierna hanno preso parte membri del Comitato di redazione (in sigla, “Arre”), direzione, edtore e “partner” sindacali (“Syndicom” e “Associazione ticinese giornalisti-Atg”). Un nuovo incontro è già stato fissato per lunedì 10 marzo e, al netto di improbabili soluzioni da taglio del nodo gordiano (di taglio si parla, certo, ma in tutt’altro senso), tale appuntamento costituirà un punto fermo nella trattativa; da quel momento, e nel volgere di qualche giorno, i vertici aziendali si dedicheranno alla valutazione delle proposte, valutazione cui seguirà un profilo definitivo degli interventi; contestualmente la formulazione e la rifinitura di un piano sociale (al momento da negoziarsi; a differenza di quanto avvenuto in altre situazioni della medesima natura, e sempre discutendosi di stampa quotidiana, un piano sociale almeno vi sarà) al quale i dipendenti, con la modalità del contributo “volontario ed anonimo”, potranno compartecipare nei termini propri del meccanismo interno di solidarietà a favore dei colleghi che avranno perso il posto. “Ben accetti”, il che sta anche per “discretamente sollecitati”, saranno eventuali contributi esterni; in traduzione corrente, un invito alla compartecipazione solidale (e tangibile).