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Lavoro in Ticino e reddito gratis in Italia: denunzie a raffica nel Varesotto

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A Luino, a Cantello, a Gallarate, a Busto Arsizio, a Saronno; da un lato all’altro della provincia di Varese, dunque, i fenomeni di illecita percezione del reddito di cittadinanza che effettivi della Guardia di finanza hanno stroncato nei giorni scorsi rilevando un numero significativo – ed al momento non precisabile, dovendosi aspettare gli eventuali chiarimenti sulla propria posizione da parte dei soggetti denunciati – di persone che avrebbero ingannato le autorità circa la reale condizione patrimoniale, cioè accedendo ai benefici del “denaro gratis” da parte dello Stato italiano ma iniziando o continuando a lavorare, in particolare su territorio cantonale ticinese, e dunque omettendo di comunicare la propria situazione patrimoniale e reddituale all’ente preposto (l’Inps). Al gruppo – 12 individui in tutto; tra di esse sono tuttavia da annoverarsi alcune persone che tali artifici ponevano in atto su solo suolo italiano – si aggiungono un imprenditore edile che con vari “artifici contabili” era riuscito a dichiararsi in condizione di indigenza, pur risultando socio unico ed amministratore di una società a responsabilità limitata.

A completare il lotto degli accertamenti, e con questo gruppo il numero degli indagati sale a quota 29, quanti accedevano mensilmente al reddito di cittadinanza ma o usavano i soldi per il gioco d’azzardo (il che, come precisato ancora di recente dai giudici della Corte costituzionale, è vietato in modo espresso) o ad ogni modo, mentre percepivano tale provvidenza e la riscuotevano mese dopo mese, da altri canali – guarda caso, il gioco – entravano in possesso di risorse finanziarie per vincite la cui entità era tenuta nascosta all’autorità fiscale; cifre non indifferenti, se è vero che in alcuni casi sui conti di gioco sono state accreditate somme per centinaia di migliaia di euro. I redditi di cittadinanza indebitamente percepiti, e di cui è in corso il recupero, ammontano ad oltre 330’000 euro.