Come i pendolari per lavoro ed i transitanti per diporto avranno constatato e meglio ancora potranno constatare, Ticino ferroviario nel pieno dei problemi di gestione della rete regionale: anche tra ieri ed oggi varie soppressioni per guasti di vettori e treni insufficienti per un trasporto dignitoso causa sovraffollamento da turisti; da domani sera a martedì mattina, inoltre, chiusura totale della tratta Locarno-Cadenazzo per lavori, ergo sostituzione con trasporto su gomma. Ma il programmato, benché sgradevole, ha un inizio e soprattutto una fine promessa e certa; cosa, quest’ultima, di cui non hanno invece avuto a lungo contezza i viaggiatori – tra loro, la consigliera nazionale Roberta Pantani – partiti dal Ticino una mezz’ora dopo l’alba direzione Berna. Racconto e testimonianza: fermata appena dopo la stazione di Arth-Goldau con mefitico annuncio della solita “unbestimmte Verspätung”, vagoni chiusi ma niente aria condizionata in funzione, tutto bloccato sino alle ore 9.00 quando viene messo a referto – cioè comunicato via altoparlanti – che il treno sta per rimettersi in marcia, sì, ma all’indietro ovvero sino ad Arth-Goldau di bel nuovo, e da lì transito verso Rotkreuz, indi Zugo e Zurigo e da lì reindirizzarsi.
Problema di una certa qual entità, si intuirà “ex-post”, per “danni ai binari” come da sempre sibillina e sempre inadeguata comunicazione ai passeggeri. Già: disservizio a parte (e soluzioni alternative sarebbero state da porsi immediatamente nelle disponibilità dell’utenza), almeno il far sapere che cosa stesse accadendo e che cosa sarebbe stato fatto, ed in quali tempi. Esattamente ciò che, nella circostanza, è venuto a mancare, a paradigma di una qualità relazionale che si somma al progressivo calo dell’efficienza in termini di puntualità, di offerta, di posti, di congruità del vettore rispetto a quanto annunciato, e nel traffico locale anche di tipologia dei mezzi.