Fra gli addebiti, quello che men gli peserà è la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti; il ferimento e/o lo stordimento di varie persone, rischiando di mandarne qualcuna al Creatore, causò infatti un imbecille che circa tre settimane addietro, e meglio nella tarda serata di venerdì 11 ottobre, a margine del “derby” hockeystico di National league tra AmbrìPiotta e Lugano sparò un “oggetto pirotecnico” che ricadde sull’area riservata ai mezzi di servizio per la produzione e per la trasmissione della partita in video ed in voce. Sempre che di tale soggetto si tratti, come prefigura oggi l’autorità inquirente a chiusura delle indagini giudiziarialmente coordinate dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, in carcere trovasi da venerdì scorso – solo stamane la notizia, ad intervenuta conferma dell’atto restrittivo della libertà personale da parte del giudice dei provvedimenti coercitivi – un 27enne di passaporto italiano e domiciliato nel Luganese: al tizio sono contestate ipotesi di reato che vanno dal danneggiamento alle lesioni semplici, dalle tentate lesioni grave all’esposizione della vita altrui a pericolo, dall’esplosione al tentato omicidio intenzionale.
Dei fatti si scrisse e si riporta quindi in forma sommaria: alla fine dell’incontro, vinto per 2-1 dai leventinesi con goal decisivo di Tommaso De Luca nella fase discendente del terzo periodo, dal settore ospiti della “NuoValascia” di Quinto – complesso noto anche come “Gottardo arena” – fu lanciato un razzo accidentalmente passato tra le tutt’altro che ferree maglie della sicurezza; il proietto ricadde sul camion della produzione Rsi, presente per fornire la piena copertura anche quale “service” della diretta; tre colleghi del personale tecnico, impegnati nel riavvolgimento dei cavi e nel recupero dei materiali all’interno del parco chiuso, subirono conseguenze fisiche in séguito all’impatto dell’“oggetto pirotecnico” – oggetto che il portavoce del “Sindacato svizzero media-Ssm”, senza mezzi termini, definì “ordigno” – ed altre persone si trovarono esposte ad un rischio non prevedibile. Nessuna prova, vero, circa l’essere la stampa il bersaglio, ma questa è semmai un’aggravante: la parte anteriore del razzo, associabile all’identità del lanciatore con minima variazione consonantica apicale, ben peggior danno avrebbe potuto determinare, coinvolgendo altri addetti ai lavori ed anche vari non addetti che stavano transitando a ridosso della struttura. Consta il fatto che siano stati condotti vari altri interrogatori; non sono da escludersi nuovi provvedimenti, considerandosi sia l’episodio avvenuto a Quinto sia la rissa scoppiata tra tifosi delle due squadre, attorno alle ore 1.20 di sabato 12 ottobre, all’esterno di un esercizio pubblico in Monteceneri frazione Rivera.