Immaginate di entrare in una moschea nel pieno della preghiera collettiva del venerdì e di cavar fuori dalle tasche un cellulare da cui far prorompere canzoni di qualche scappato da casa con l’“autotune” al posto della voce; immaginatevi, soprattutto, la reazione dei fedeli islamici. Scenario di pura fantasia, ovviamente; reale e realissimo, per contro, quanto occorso nel pomeriggio di ieri all’interno del Duomo di Como, dove un egiziano 23enne ha ripetutamente cercato di disturbare la santa Messa del tardo pomeriggio sparando a massimo volume una serie di nenie arabe sovrappostesi sia alla parola del celebrante sia ai salmi ed ai canti della liturgia eucaristica; situazione imbarazzante, anche per via dell’abitudine ad andare oltre gli episodi di disturbo sempre più frequenti da parte di immigrati, ma che è stata risolta grazie all’arrivo di agenti della Polizia di Stato: fermo del giovane, che ha in realtà opposto resistenza tirando cazzotti alla cieca e colpendo alcuni effettivi delle forze dell’ordine, e traduzione in Questura con arresto per resistenza a pubblico ufficiale e violenza a pubblico ufficiale, oltre alla denuncia per turbamento di una funzione relgiiosa. Accertamenti sono in corso circa la posizione del soggetto, all’apparenza regolare sul territorio italiano ma con vari precedenti di polizia.