Accade che ci si creda; accade anche, a volte, che i fatti autorizzino a crederci. È stato così, stasera, ad Istanbul, sull’ora di gioco di Besiktas-Lugano, ritorno del terzo turno preliminare nel calcio di EuropaLeague: goal di Shkelqim Vladi con delicata e deliziosa rifinitura d’interno destro (59.o) su imbeccata straprecisa, goal dell’1-1 in risposta al subitaneo vantaggio (7.o) firmato da Ciro Immobile; a quel momento, squadre in perfetto equilibrio sul 4-4 complessivo per via del 3-3 di una settimana fa a Thun. Peccato che sia durata poco: sei minuti di fuoco in cui la difesa bianconera ha ceduto di schianto, automatismi persi o forse il solo prevalere del maggior tasso tecnico dei turchi e tre conclusioni su cui Amir Saipi, sino a quel momento propostosi con l’abito delle serate di gala (due salvataggi prodigiosi, un terzo fortunoso ma bisogna anche essere piazzati bene per intercettare il flusso della buona sorte), un po’ ha sbagliato ed un po’ non ha potuto; Gedson Carvalho Fernandes al 65.o, Rafael Alexandre Fernandes Ferreira Silva al 70.o, di nuovo Ciro Immobile al 71.o i giustizieri; conti chiusi, per un passivo da quattro reti sull’1-5 finale, da Ucan Salih (92.o).
Recriminazioni, sia detto, nessuna: era stato un bel prodigio l’arrivare sino a qui, e adesso c’è tutt’un’altra stagione internazionale da vivere in ConferenceLeague. Di quel che sia la squadra si sa: buona per la Svizzera, ma con oggettivi limiti di forza e di tenuta contro chi, per un 34enne finito fuori dal giro della Nazionale italiana ed è solo un riferimento per parlare di differenti potenze finanziarie in gioco, può mettere sul piatto quasi 15 milioni di franchi fra trasferimento (dalla Lazio, tre milioni) ed ingaggio su base biennale. Ci sono proporzioni e ci sono sproporzioni: ad Istanbul, muri di folla urlante per oltre 35’000 spettatori; al momento, ecco, qui siamo su altri discorsi. Teniamoci i 150 minuti (su 180) vissuti alla pari con il Besiktas: è un buon viatico.