C’è chi pensa di potersi “improvvisare” ed in ogni luogo: nel Sopraceneri centrooccidentale accadde, nemmen troppo tempo addietro, quando un ladro rumeno tentò di sfuggire alle forze dell’ordine infilandosi con l’auto su su per la Lavizzara e, dopo un incidente, abbandonando il mezzo e rifugiandosi in un’osteria della frazione Broglio, dove credeva di non dare nell’occhio e dunque di potersi mimetizzare fra gli avventori: a fregare il malvivente, oltre al fatto che nessuno lì lo conosceva, fu la lingua. Non molto diverso il caso di un 30enne incappato ad inizio settimana in un ordinario controllo della circolazione stradale a Verbania (Verbano-Cusio-Ossola) e che, a normale richiesta da parte degli uomini dell’Arma dei Carabinieri, non è stato in grado di produrre né un documento di identità né la licenza di condurre, pur attestando verbalmente di essere residente – come era ed è in effetti risultato – nel territorio provinciale; peggio che mai, l’uomo ha buttato lì un nome ed un cognome tali da generare ancora maggior sospetto (leggasi alla voce: “Ma credi davvero di poterci prendere in giro?”), trattandosi di classica identità partenopea quand’invece, dalla parlata, emergeva la chiara origine del soggetto da un Paese dell’Europa orientale.
Dopo riscontro sulla banca-dati, la realtà accertata e la denuncia per faìse dichiarazioni rese a pubblico ufficiale: cittadino rumeno e non italiano della zona di Napoli, come prima cosa; quanto alla mancanza della patente, beh, gli è che il documento era stato sospeso causa avvenuto ritiro del medesimo già a maggio, quando il 30enne era stato colto alla guida benché drogato. Ovvie le conseguenze: salata la multa, e di tutto il resto si occuperà la magistratura.