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A margine / «Mai più in Svizzera». Prima di tornare, almeno si scusi

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“La dimora della bellezza: l’arte nel quotidiano” sarà tema di una tra le conferenze nel calendario dell’edizione 2024 di “Artecasa”, pardon, anche “Artecasa” è identità che, a mente di taluno, troppo odorava di vecchio e di antico e di “retrò” e dunque no, non più “Artecasa” ma “Lugano lifestyle” qual è infatti la nuova denominazione. Ogni miglior augurio ai promotori della manifestazione, s’intenda, per quei quattro giorni tra giovedì 10 e domenica 13 ottobre al Campo Marzio, tra l’altro affiancandosi al salone espositivo una quarantina di incontri dalle varie peculiarità. E per l’appunto sulla conferenza indicata nell’“incipit” poniamo l’attenzione: relatore, alle ore 15.00 di sabato 12 ottobre, sarà infatti Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte. Lo stesso Vittorio Sgarbi che due anni addietro, dopo essere stato beccato (e multato, sanzione da 500 franchi) su suolo ticinese per l’utilizzo illecito di segnali prioritari lungo la A2 dalle parti di Maroggia, e ciò al fine di sorpassare una colonna di veicoli fermi, aveva pubblicamente dichiarato che non avrebbe mai più messo piede in Svizzera, essendo stato qui trattato “come un criminale”. “Con la Svizzera ho chiuso”, fu la chiosa. Norman Gobbi, da titolare del Dipartimento cantonale istituzioni, replicò secco: “Signor Sgarbi, questa è la Svizzera e questo è il Canton Ticino, dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti prioritari”; Vittorio Sgarbi replicò via “Facebook” che contro di lui erano state espresse “inaccettabili falsità”.

Due anni dopo, tutto dimenticato, tutto cancellato, tutto nell’oblio e senza presentazione di pubbliche scuse? Beh, no. Anzi, delle scuse vi è proprio bisogno. Per iscritto, ché le parole volano mentre l’inchiostro parla, e prima della conferenza.