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Pala & piccone / Ticino turistico, «dove si parla anche italiano»…

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Sempre grasso che cola, quando si raccoglie notorietà sulla stampa estera; e questo vale doppio nel caso del turismo, ché con tutta la concorrenza circolante – belle destinazioni trovansi difatti in vari luoghi – ogni riga pubblicata è oro. Ecco, magari al Ticino piacerebbe una rappresentazione che non costringa il potenziale ospite a grattarsi la testa per raccapezzarsi; già ci pensano gli amici d’Oltresangottardo, a volte, con traduzioni fantasiose e che riducono la Svizzera di lingua italiana ad un caravanserraglio; peggio e peggio ancora se, per esempio, le notizie sono propinate un tanto il chilo o con approssimazione che sconfina nel sorprendente. Caso ultimo, fresco di lettura, da “2morrow.it”, periodico “online” edito in Milano ed articolato come rivista ma con cifra di racconto da ospite occasionale: bella idea, tra l’altro, magari ve la rubiamo per un altro progetto editoriale, ma evitando di clonarvi il metodo giornalistico, se quella riscontrata è davvero la vostra cifra.

E difatti: fresco fresco l’articolo “Bellinzona: natura, cultura, gastronomia e castelli” che, purtroppo, si scopre via via essere un arzigogolato copia-e-incolla da pezzi altrui e da pagine InterNet di vari enti di promozione turistica (fonti identificate in sindrome plagiaria: www.myswitzerland.com, www.ticino.ch e www.ritom.ch, magari ce n’è una quarta ed anzi c’è ma qui si rientra nel campo del “preso a prestito” da una persona fisica ed allora se la vedranno tra loro, gli autori, non potendosi sapere di preciso chi abbia pescato dall’altro). Comunque la si veda, gran dubbio si nutre sull’esser ‘sto “travel blogger” mai capitato dalle nostre parti; e se non vieni qui vuol dire che hai pensato di potertela cavare con un lavoretto da “patchwork” a tavolino; peccato che, nel prelevare e ripubblicare “tout court”, ai fatti reali restino frammiste anche informazioni datate e superate e non più valide. Avete presente il ponte tibetano “Carasc” a monte tra Sementina e Monte Carasso? Certo che l’avete presente; beh, qui ti dicono che è “l’unico ponte tibetano in Ticino”; roba vecchia, quello sopra il Riàsc cioè Riascio in Valle di Blenio è di certo più corto ma esiste eccome ed è motivo di appagante esperienza, ergo la sbandierata unicità va a farsi benedire.

Forse si stupirà l’estensore del servizio, tradito dalla sua stessa brama di replicare sotto proprio nome quel che è prodotto altrui; ma bisogna anche riconoscere l’impegno nella giustapposizione di un paio di frasi “originali”, cioè non rubacchiate, insomma, uno sforzino c’è stato. Due sforzini, anzi; peccato, entrambi mal ricompensati entrambi dalla realtà. Perché già: Bellinzona è in una valle costeggiante vari passi alpini (vero), ma si dubita fortemente della propinquità con il… San Bernardo; grande o piccolo non sappiamo, il Gran San Bernardo ci risulta ancora stare tra Martigny ed Aosta (Svizzera fronte vallesano su Italia) e viceversa, e circa il Piccolo San Bernardo lo si trova tra Séez ed Aosta (Francia su Italia) e viceversa; ah, volevano dire “San Bernardino”, a Milano diventa già la stessa merce, o almeno così pare. E questo sta nelle prime righe del testo; sulla coda, proprio come chiosa, scopriamo che Bellinzona è “un angolo vicino all’Italia, dove si parla anche italiano”. Beh, ma allora è tutt’altra cosa, se tra piazza Governo e piazza Del Sole e Daro e Artore si può addirittura incontrare qualcuno che possa interloquire con il visitatore in arrivo da Viterbo o da Como o da Lunamatrona.”2morrow”, what a sorrow…