Home CRONACA “Tunnel” al San Gottardo, tutti gli incerti dell’incerta riapertura

“Tunnel” al San Gottardo, tutti gli incerti dell’incerta riapertura

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 11.50) Dalla politica – e la cosa è innegabile – stanno giungendo pressioni affinché si giunga ad una soluzione quasi immediata del problema: insieme con il legittimo auspicio di un preoccupatissimo Norman Gobbi quale membro del Governo ticinese, assai in là nelle dichiarazioni è andato Albert Rösti, consigliere federale e titolare del Dipartimento competente per i trasporti, espostosi sino al punto da pretendere oggettivamente una riapertura entro la fine della settimana. Ma il “tunnel” della A2 al San Gottardo, bloccato dalle ore 16.05 circa di domenica causa crollo di una sezione della soletta intermedia a distanza di circa 700 metri dal portale nord in territorio urano, potrebbe richiedere cure di più lunga durata; anche una decina di giorni, magari interrotti da un paio di “finestre” temporanee (10-12 ore l’una) in fasce diurne, con transito sotto dosaggio al fine principalmente di far scorrere il traffico dei mezzi pesanti. La restituzione della carreggiata al pieno utilizzo, per quanto le opere di messa in sicurezza siano state avviate ieri pomeriggio e per quanto gli interventi di smantellamento della soletta danneggiata abbiano avuto inizio la notte scorsa, è insomma un progetto dall’incerta declinazione e dalle numerose variabili in un sistema di incognite in cui le garanzie di efficienza non possono stare al di sotto del 100 per cento, tutto qui; nelle pieghe delle informative alla stampa, informative sulla cui tempestività e sulla cui concretezza si ha diritto di esprimere serissime riserve, tanta e tanta è l’insistenza sul lavoro “a pieno ritmo” (ci mancherebbe altro che l’impegno fosse parziale o subordinato ad altro) e “con solerzia” (idem) e sull’essere la fine della settimana un mero “obiettivo”; più leggi e più rileggi per estrarre valore dalla notizia, insomma, e più ricaschi nella vaghezza del “tempi brevi” e del “Si presume” reiterati come mantra.

Nessi causali non casuali – Realtà vuole che il problema determinato dal “difetto tecnico” – virgolettato da citazione – è da valutarsi nel contesto di una complessità, non dell’episodio specifico. Parti del calcestruzzo si sono staccate e sono cadute sull’asfalto: acclarato. In una lastra della soletta è stata riscontrata l’ormai nota crepa della lunghezza di 25 metri: acclarato e, difatti, dopo smantellamento e verifica della stabilità dei supporti sarà per l’appunto sostituita una sezione equivalente. In linea di ipotesi, il crollo sarebbe stato originato da una “ridistribuzione tensionale nell’ammasso roccioso”: argomento per ingegneri e che, in via sommaria, traduciamo come alterazione forse originata da una frattura all’intorno; se muta la situazione a monte, cambia – anche di poco, ma cambia – l’entità delle spinte e dunque hanno luogo sollecitazioni che, in questo caso, sono andate ad esercitarsi nello specifico tratto della galleria, dal che la fessurazione, e di conseguenza il distacco di una parte in calcestruzzo.

Una “X” tira l’altra – Punto interrogativo di categoria jumbo: alla soletta, proprio a quella particolare soletta, è deputato il compito di separare il vano traffico dai canali di immissione dell’aria e di aspirazione dei fumi; sugli operatori anche il gravame di trovare una soluzione per garantire la ventilazione, altra variabile con ventaglio di tempi da zero ad infinito. Da considerarsi inoltre le condizioni del manto stradale, su cui saranno effettuati controlli centimetro per centimetro. Il traffico resta nel frattempo deviato lungo le strade dei passi oltre che via A13 nel “tunnel” del San Bernardino, con maggior carico anche via Sempione. Sempre fermi, nei “Centri controllo” di Giornico in Canton Ticino e di Erstfeld-Primocampio frazione Ripshausen in Canton Uri, i mezzi pesanti “già in attesa di proseguire il viaggio”. Aggiornamenti da fonte ufficiale sono attesi alle ore 17.00; sperare è lecito, illudersi invece no.