Da illegalità in illegalità erano riusciti ad infilarsi su un bus a lunga percorrenza, destinazione ufficiale Praga ma più probabilmente sarebbero scesi in altra città tra Svizzera e Germania; al controllo in frontiera a Chiasso-Brogeda, su azione congiunta tra uomini dell’Amministrazione federale dogane e colleghi italiani, sono stati individuati e stanati. Il primo: siriano, latore di passaporto della Repubblica francese, documento che al momento della verifica è risultato provento di un furto; conseguente la denuncia per il reato di sostituzione di persona, ovviamente interdetto l’ingresso su suolo elvetico. Il secondo: siriano, latore di passaporto portoghese con foto tuttavia appena appena somigliante, e difatti si trattava di un documento falso; per di più, soggetto già sottoposto alla cosiddetta “fotosegnalazione” per ingresso illegale nel territorio dell’Unione europea, appena pochi giorni prima del fermo – avvenuto giovedì 24 agosto, stamane l’informativa – sul confine, ma a distanza di quasi 1’800 chilometri cioè all’“hotspot” di Lampedusa; un mistero, si fa per dire, la sua comparsa quasi immediata a Milano e con tanto di carte di legittimazione (contraffatte, certo, ma tali da poter sfuggire ad uno sguardo superficiale) e con biglietto per destinazione d’oltrefrontiera; già pronunciato il verdetto per direttissima, con condanna alla pena detentiva di 10 mesi e 20 giorni, pena tuttavia sospesa.