La questione della penosa agenda scolastica pubblicata sotto egida del Dipartimento cantonale diseducazione-incultura-asporto sta agitando animi e sensibilità nell’intero Ticino, moltiplicandosi le prese di distanza e diventando nel frattempo sempre più fievole – anche perché priva di argomenti – la voce di coloro che provano a difendere l’indifendibile. Siamo anzi al punto in cui un editore di prima forza, nel mettere in circolazione ossia in vendita il “Diario scolastico della Svizzera italiana 2023-2024” ovviamente integrato da testi e da immagini, comunica testualmente alla stampa: “A scanso di equivoci, questo diario è una pubblicazione distinta e con contenuti diversi rispetto all’“Agenda scolastica” promossa dal Dipartimento cantonale” et cetera et cetera. Tranquillo, amico editore: gli “equivoci” stanno tutti da un’altra parte.