L’avrete notato: forse mai come in questo periodo si sono ribaltati senso, valore e percezione di un concetto o un pensiero corrente. Da qui una nuova rubrica temporanea per… accompagnarci durante il residuo periodo di quarantena da “Coronavirus”, vero e proprio spartiacque nei comportamenti (se non di tutti, almeno della maggior parte di noi). Oh, da prendersi alla leggera, puntata quotidiana dopo puntata quotidiana. Un semplice confronto, via, tra ieri ed oggi.
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2019 – In materia di investimenti pubblici su sentieri e percorsi naturalistici: “Sì, vabbè, ci sarà anche il Dadò Fiorenzo che spinge con la sua fissa della montagna, ma qui in Ticino stiamo esagerando… C’è la strada, e di fianco ti tirano una ciclabile, e di fianco alla ciclabile ti mettono anche il passaggino comodo per quello che vuole andare a piedi… Più cartelli indicatori per i percorsi a due zampe ed a due ruote, e qui il “31” e qui l’“88”, che per noi automobilisti… E poi, ogni volta che devi svoltare ad un incrocio anche fuori dall’ultimo dei paesi, 10 attraversamenti pedonali incollati l’uno all’altro, con l’auto finisci per muoverti come una lumaca… Basta con ‘sta dittatura dei camminatori e dei ciclisti e dei rotellisti, basta; il prossimo che mi passa a meno d’un metro dal cofano dell’auto, giuro, il prossimo lo stendo… Io a piedi? Ma non mi ci vedi neanche morto”.
2020 – Al telefono con amici: “Guarda, scoperto oggi un sentiero in valle… Oh, tutto pianeggiante per i primi due chilometri, poi un paio di salitelle ma si fanno anche con i mocassini, in tutto un dislivello da 100 metri, e non si incontra anima viva… Ah ah, sarà dura il tornare a certe abitudini, e tra l’altro mi ritrovo adesso i polpacci da atleta, peccato che non ci sia una “StraLugano” individuale ché altrimenti finirei tra i primi 10…”.