L’avrete notato: forse mai come in questo periodo si sono ribaltati senso, valore e percezione di un concetto o un pensiero corrente. Da qui una nuova rubrica temporanea per… accompagnarci durante il residuo periodo di quarantena da “Coronavirus”, vero e proprio spartiacque nei comportamenti (se non di tutti, almeno della maggior parte di noi). Oh, da prendersi alla leggera, puntata quotidiana dopo puntata quotidiana. Un semplice confronto, via, tra ieri ed oggi.
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2019 – Con riferimento alle scuole dell’obbligo: “Docenti, gente fortunata, lavorano poche ore e si fanno le palle d’oro… E poi, nessun dovere di responsabilità, se lo scolaro impara bene, se lo scolaro non impara rimane indietro… Sì, bella roba, insegnano la storia del Carlo Cùdega e poi non sanno spiegare dove sta Bellinzona… Stringi stringi, occupano cattedre così come gli studenti occupano banchi… Per quel che insegnano, potrebbero rimanere a casa e mandare una “e-mail” e in aula tenere un cartonato…”.
2020 – Da quando le scuole sono chiuse: “Ma guarda tu, non si sa nemmen più dove lasciare i ragazzi, e quell’insegnante, non hai idea di quanto sia brava, telefona a casa per sapere se la mia Annalisa sta studiando, ah, figurati, la Giovanna maestra è mia vicina di casa, ha preso persino tre libri dalla sua biblioteca personale e me li ha prestati per farli leggere al Loris, certo che le aule vuote sono uno scandalo, con quel che paghiamo in tasse, potrebbero sanificarle ed usarle, no?”.