“Via libera” da una consistente maggioranza, ma senza apporto degli udicini rimasti in attesa del “sì” ad una specifica condizione ovvero il rispetto pedissequo del vincolo sul tetto del “deficit”, oggi al Preventivo 2023 del Cantone. Oggi, e si rischiò che diventasse domani, nell’augusta aula di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona: intorno alle ore 23.30 il giro ultimo dei consensi, quando ormai il popolo dei legislatori si era assottigliato e, insomma, non 90 e non 80 e nemmeno 70 ma solo 68 effettivi, per metà esausti e per l’altra metà pronti a giurare che no, non capiterà mai più che un altro bilancio venga approvato in questo modo (ma ricapiterà, eccome). Ai numeri, 44 contro 24 e quindi solido pacchetto tra Lega dei Ticinesi, liberali-radicali e pipidocentristi: per “coincidentia oppositorum” gli udicini con socialisti, “Verdi del Ticino”, Mps, “PiùDonne” e comunisti. Per chiarezza: tutti, da un lato all’altro, sanno che per il 2023 si resterà condizionati ad una serie di variabili. Ma almeno un parametro c’è.