I titolari di due farmacie – entrambe con sede nel Luganese: grave e deprecabile, per il decoro dell’intera categoria e quindi degli altri operatori, l’omertà sulle denominazioni dei presidi in questsione – sono sotto inchiesta per contravvenzione alla Legge federale sui medicamenti e sui dispositivi medici sulla scorta di una serie di operazioni di controllo condotte nei giorni scorsi al fine di verificare l’eventuale esecuzione non autorizzata di “test” rapidi per la diagnosi del “Coronavirus” e/o l’offerta e la vendita al pubblico dei “test” medesimi (la vendita al pubblico dei sierologici e degli antigenici è infatti vietata). Le attività di indagine, su indirizzo del farmacista cantonale che è responsabile per gli accertamenti, sono state condotte da effettivi della Polcantonale e, oltre alle farmacie, hanno interessato realtà quali stazioni di servizio, centri di estetica ed imprese commerciali; proprio in un’azienda è stato individuato un altro soggetto che avrebbe effettuato o favorito la distribuzione dei presidi medici e che, in ragione di tale atto contrario ai disposti, è parimenti indagato con gli stessi addebiti. Secondo notizie attendibili ma non ancora confermate da fonte ufficiale, nel quadro dell’inchiesta sarebbero state sequestrate varie confezioni di prodotti.