Fu questione che impegnò, e parecchio, anche il Ticino: una vera e propria “guerra ferroviaria”, combattuta a colpi di progetti spesso realistici e talvolta onirici, e trascinatasi per decenni; ad esempio, sulla metà del 19.o secolo, si fronteggiarono senza esclusione di colpi i sangottardisti ed i lucomagnisti, con successo dei primi a danno dei secondi perché in effetti fu realizzata solo la linea via Airolo-Göschenen; considerandosi il fatto che l’unica altra opera del genere giunse a distanza di vari decenni, e si parla notoriamente della linea Sempione-Lötschberg, si può ben sostenere che vennero tradite o almeno deluse le pur legittime ambizioni di trasversale alpina della Svizzera orientale. Al tema è dedicata la recentissima pubblicazione della collana “Quellen und Forschungen zur Bündner Geschichte”, per i tipi dell’Archivio di Stato del Canton Grigioni, nelle forme di una solida indagine in materia di… politica dei trasporti e con “focus”, com’è logico, sulle aspettative grigionesi. Dalla retrospettiva sui dibattiti fra i sostenitori dei diversi progetti ferroviari, tra l’altro, emerge una nuova prospettiva sulla realizzazione della “Ferrovia retica”. In immagine, una caricatura pubblicata nel 1853 sulla rivista satirica “Der Postheiri”: sulla sinistra i lucomagnisti grigionesi), sulla destra i sostenitori della linea sotto il San Gottardo.