Home POLITICA Rifiuti a Lugano, i fulmini di Maruska Ortelli: oneri sì, servizi… boh

Rifiuti a Lugano, i fulmini di Maruska Ortelli: oneri sì, servizi… boh

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Strapieni i cassoni, introvabili i sacchi ufficiali, incollocabili gli scarti vegetali: tre volti deprimenti della medesima rivoluzione partita con il piede sbagliato, suonando strano ed al limite dell’incredibile il fatto che a Lugano, dopo il quintalometrico tira-e-molla in materia di tassa sul sacco (quale che di essa sia l’aggravio, quale che da essa risulti l’onere), tanti e tali problemi ordinari si manifestino ancora 10 giorni dopo l’introduzione del balzello. Netta l’evidenza che Maruska Ortelli, consigliera comunale in quota Lega dei Ticinesi, infila in un’interrogazione vetrioleggiante all’indirizzo del Municipio, denunciando incogruità e lacune generali nella “nuova” dimensione del disservizio: “Per la separazione dei rifiuti, in molti quartieri, abbiamo gli interrati per carta, vetro ed alluminio; agli “Ecocentri”, invece, il cittadino deve far capo per il Pet, per gli scarti vegetali e per gli scarti di cucina, attrezzandosi dunque per differenziare i rifiuti nella propria abitazione”, quasi che tutti abitino “in una casa con giardino e terrazza” mentre la realtà dice che molte persone, in particolare anziane, “vivono in piccoli appartamenti e sono prive di auto propria” e quindi incontrano difficoltà nell’accedere alle piazzuole ecologiche, e ad ogni buon conto “non è corretto nemmeno il costringere un cittadino a trasformare balconi e terrazze in discariche a cielo aperto”.

Quadro generale purtroppo condivisibile, perché tale è la realtà (e nemmeno si sta entrando nel merito delle tasse-base, sul cui equilibrio sarebbe necessaria a breve una seria discussione). Ergo, richiesta di indicazioni specifiche sulle intenzioni dell’autorità politica comunale, ossia se sussista l’intenzione di “aumentare i contenitori interrati (soprattutto nei quartieri periferici)”, e di “inserire contenitori per il Pet nei quartieri, ed in particolare nelle zone periferiche della città come la Valcolla”, e di “organizzare la raccolta degli scarti di cucina”, e di “sostenere maggiormente le persone anziane o invalide per tramite della raccolta a domicilio”, ed ancora di incrementare la frequenza dello svuotamento degli interrati (“soprattutto quelli della carta, che non sono un buon biglietto da visita per la Città”. Stoccata finale sulla questione dei sacchi rossi da 35 litri: autentici “Fantomas” dal Povrò al Treciò ovvero assenti o rari in molti punti-vendita, il che ha generato malumore ed irritazione tra i cittadini costretti a peregrinazioni ed a perdite di tempo per dare la caccia all’oggetto del desiderio, pardon, la definizione sarebbe tutt’altra: possibile che ciò sia accaduto e stia ancora accadendo, stante il pregresso cioè dopo la lunghissima fase di approccio all’introduzione di questo obbligo? E dal Municipio, con atto di cortesia, qualcuno è disposto a fornire valutazioni e chiarimenti?