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Pala & piccone / Collega, scegliti meglio le fonti. E le foto a corredo

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Nell’editoria quotidiana, si sa, ciascuno si sceglie i propri maestri; tutto da vedersi, poi, se i maestri siano capaci. Nell’editoria quotidiana, poi, ciascuno si sceglie le proprie fonti; tutto da vedersi, poi, se quelle fonti siano attendibili. Stupisce allora che giusto ieri pomeriggio, sotto una testata ticinese, sia comparsa la pedissequa attestazione di affidabilità per uno “youtuber” magari anche simpatico e magari anche ammiccante – non da oggi – alla Svizzera ed al Ticino, ma dagli epiteliali e limitati strumenti di percezione della realtà: secondo tesi espressa, e fatta propria nel titolo (niente virgolettato, ci credono proprio), “Adriatico con poca gente, Marche deserte, qualcosa in più al sud con chi torna a casa”; il tutto corredato da un’immagine da spiaggia con ombrelloni chiusi e sdraio vuote.

Peccato – nel senso della constatazione cronistica sull’atto cronistico; si è per contro felici di quel che la realtà sta raccontando e testimoniando – che dal territorio emerga l’opposto. Parlandosi proprio dell’Adriatico, certo, l’intera fase ascendente dell’estate è stata crivellata dalle incertezze da “Coronavirus”, e certo, sono venuti a mancare i connotati festaioli da balera e discoteca, e certo, non tutte le attività del ludico-ricreativo sono ripartite; già venerdì 31 luglio, con riferimento al periodo ferragostano, fonti dell’“Agenzia nazionale del turismo-Enit” indicavano tuttavia che le disponibilità “online” per le mete balneari più conosciute erano state prosciugate nella misura del 79 per cento (raffronto: per le destinazioni in Spagna, 72 per cento), con valori dell’80 per cento a Rimini (che fa parte del suesposto “Adriatico con poca gente”) e del 98 per cento nel Salento (che fa parte sempre del sunnominato “Adriatico con poca gente”, ma anche del “(…) qualcosa di più al sud con chi torna a casa”; s’avrebbe da credere che questo sia mero riflusso estivo degli “Emigratis” pugliesi in Svizzera ed in Germania, allora?). Il constatato ed il constatabile, cioè quel che è in essere senza che debbasi aspettare la prossima settimana, manifestano a loro volta qualcosa di diverso rispetto al percepito dalla sicuramente autorevole fonte su cui la sicuramente autorevole testata ticinese vuol far perno: da un paio di settimane a questa parte vi sono località – dell’“Adriatico con poca gente”, stando al titolo – in “sold-out” a livelli tali che i residenti stessi, se non proprietari di un “garage”, si trovano costretti a lasciar l’auto in parcheggio a distanza d’un paio di chilometri (è una iattura, ma anche un elemento utile per capire), tal è l’affollamento di mascherine e di persone dietro alle mascherine: per trovare una camera a Numana (Ancona, perla del Conero, targhe ticinesi non infrequenti; circa il Covid-19, zero casi di contagio) bisogna sperare nelle disdette dell’ultim’ora, o nel rapporto fiduciario con qualche albergatore che si rassegni a dormire dalla madre e ti lasci libera casa sua. Ma persino aree solitamente non primarie, come è il caso del Molise, vanno via come l’anguria in piena canicola: manco si fa in tempo a tagliare ed a mettere in ghiaccio.

Un altro paio di maniche sarebbe il sostenere che, nella contabilità finale, il 2020 del turismo italiano sarà uguale al 2019: no, verrà a mancare una quota significativa sui 232 miliardi di euro – di cui oltre 44 in entrata dall’estero – del fatturato complessivo; a stime in epoca di uscita dalla “fase uno” covidiana era dato per plausibile un abbattimento sino a 160-165 miliardi di euro, 175 è cifra più probabile, a 180 qualcuno metterebbe la firma, poi vai a sapere come si evolverà la pandemia e vai a sapere quanto a lungo reggerà il bel tempo (che, come Ticino insegna, fa due terzi del turismo: se piove per due giorni di fila, l’ospite paga, saluta e riparte). Ma a proposito dell’“Adriatico con poca gente”, e delle “Marche deserte”, consta l’esatto opposto. Come dice, signora, sì, Lei lì in terza fila? Ha ragione: la notizia edita per firma sicuramente autorevole sotto la sicuramente autorevole testata ticinese e grazie alla sicuramente autorevole fonte, quella notizia, insomma, è corredata da un’immagine inequivocabile, nemmeno un’anima sulla rena, la tristezza degli ombrelloni chiusi, manca solo il gabbiano alla ricerca del pezzo di pane ed il quadro crepuscolarnostalgicotristedesolante sarebbe completo.

Le rispondiamo, allora, signora: quella foto non c’entra nulla con lo stato dell’arte, è roba vecchia, e ben difficilmente potrebbe rappresentare l’“Adriatico con poca gente” o le “Marche deserte”: sussurro algoritmico indica che esso corredo iconografico sarebbe stato prelevato tomo tomo quatto quatto dal quotidiano “Il golfo 24”, fulcro dell’operatività le isole di Ischia e di Procida che ci risultano ancora allogarsi nel Golfo di Napoli, dunque nel Mar Tirreno cioè sul lato sinistro della Penisola italiana quand’invece il Mar Adriatico sta sul lato destro, fatti salvi non comunicati spostamenti di zolle tettoniche che siano intervenuti nelle scorse settimane. E di più: l’articolo di riferimento sul quotidiano “Il golfo 24” (indirizzo InterNet: www.ilgolfo24.it/crisi-del-turismo-e-ruolo-delleuropa-la-ricetta-di-giosi-ferrandino) risale a mercoledì. No, non l’altr’ieri, e non quello precedente: trattasi di pubblicazione avvenuta mercoledì 22 aprile, dal che si desume che la foto, nella migliore tra le ipotesi migliori cioè sempre che essa non arrivi da archivio millenario, venne scattata il giorno stesso. Al che beh, chiaro, in un mercoledì 22 aprile può anche accadere che gli ombrelloni al mare siano ancora chiusi, mentre non può accadere che la stessa foto venga presa, e semplicemente rivoltata da destra a sinistra, alla prima settimana di agosto con la finalità di sostenere che in qualche luogo del mondo è tutt’un mortorio, è tutt’una desolazione. Nella foto, l’immagine pubblicata sul quotidiano “Il golfo 24” in data di mercoledì 22 aprile 2020 e quella comparsa ieri sulla sicuramente autorevole testata ticinese a corredo della sicuramente autorevole informazione rilevata dalla sicuramente autorevole fonte.