Né facile né difficile il difendersi dalle truffe da trasferimento di denaro (vedasi in altra parte del “Giornale del Ticino”), cioè da quel meccanismo che in cambio di una provvigione ci esporrebbe al rischio d’essere indagati per riciclaggio: ci vuole occhio e ci vuole serenità, ad esempio. Proviamo a riepilogare, un po’ su indicazioni delle forze dell’ordine ed un po’ secondo il contributo che giunge da altri àmbiti professionali, quel che succede ossia quel che è da sapersi:
a) a differenza di quanto avviene nel caso delle ormai celebri truffe “alla nigeriana”, laddove cioè viene promessa la spedizione di una grossa eredità da ridistribuirsi a terzi e con provvigioni da infarto ma nel frattempo occorre anticipare quattro spiccioli, neh, proprio quattro spiccioli per spese amministrative e per il notaio che in caso contrario non potrebbe sbloccare i fondi, qui i denari ci sono ma vengono da delinquenti che stanno solo cercando strade alternative per il riciclaggio;
b) se per tramite vostro essi trovano queste strade, voi diventate riciclatori di denaro (non siete coinvolti direttamente, chiaro; ma state dando aiuto ai nigeriani di turno nel trasferimento dei soldi in modalità di triangolazione, e quindi a dissimulare la provenienza illegale ed a farlo dissolvere sotto uno schermo di apparente legalità).
Ergo:
a) non fidatevi di proposte di lavoro che non hanno a che fare con voi;
b) non mettete a disposizione di terzi le vostre coordinate bancarie, a meno che queste terze persone siano da voi direttamente conosciute o indicate da persona di assoluta fiducia;
c) se vi trovate sul conto corrente una somma la cui provenienza vi suona strana, contattate la vostra banca e chiedete di rispedire i fondi “eccedenti” al mittente (tale il suggerimento dai vertici della Polcantonale; qualche resistenza potreste trovare tuttavia proprio da parte dei funzionari dell’istituto di credito cui fate riferimento; non inopportuno, quindi, il rivolgersi direttamente all’autorità giudiziaria, che provvederà – se del caso – a “congelare” le risorse; a voi, il blocco di quei quattrini non darà alcun fastidio);
d) mai inviare soldi a destinatari a voi ignoti secondo mandato di terze persone, tantomeno per tramite di servizio postale o sportello di “money transfer” (ma, si ripete, i “money transfer” sono attività serissime e con personale normalmente ben formato e capace di sgamare il trucchetto. Fareste anche la figura dei fessi davanti all’addetto);
e) per maggior sicurezza, cioè al fine di evitare il dubbio di essere incappati in quel tre per cento di “vere” offerte di lavoro che viene sommerso dal 97 per cento di offerte truffaldine, informatevi a fondo sul datore di lavoro e sui particolari dell’opera che sareste chiamati a prestare;
f) contattate sùbito la Polcantonale se nell’offerta di impiego, o in un suo sviluppo, sono previsti l’arrivo di denaro sul conto corrente personale e l’inoltre del denaro stesso, dedotta la provvigione, a terze persone;
g) tenere conto del fatto – e questa raccomandazione viene dall’esperienza cronistica – che alcune forme di riciclaggio sono svolte sotto forma di acquisto di beni convertibili. Diffidare, allora, se ad esempio vi viene chiesto di acquistare tessere prepagate (tipo “gift card”) utilizzabili in vari Paesi; al successivo contatto vi sarebbe chiesto di fornire i codici delle carte stesse, e con essi c’è chi è in grado di ottenere rimborsi in denaro contante (la pratica è illegale, ma non in ogni parte del mondo valgono gli stessi criteri, per così dire).