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Mondo del cinema in lutto, è morto il “piottese” Michel Piccoli

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All’età di 94 anni, quattro mesi e 17 giorni venne a mancare martedì scorso – solo stamane la notizia – l’attore e regista e produttore cinematografico francese Michel Piccoli. Il decesso, per le conseguenze di un ictus cerebrale, a Saint-Philbert-sur-Risle (Dipartimento dell’Eure, Normandia, Francia). L’artista era venuto alla luce il 27 dicembre 1925 a Parigi, e qui aveva esordito nel 1945 sotto la regìa di Christian Maudet (meglio noto come “Christian-Jaque”) nella pellicola “Sortilèges” (titolo tradotto come “Silenziosa minaccia”); almeno 176 gli accreditamenti, molti dei quali da protagonista; cinque i film diretti (solo nel 1991, per una sezione-episodio di “Contre l’oubli”, l’esordio dietro alla macchina da presa); di Michel Piccoli anche la sceneggiatura del lavoro “Il generale dell’armata morta” (1983). Innumerevoli i riconoscimenti ottenuti: tra questi il premio quale miglior interprete maschile (per “Salto nel vuoto” di Marco Bellocchio) a Cannes 1980, l’“Orso d’argento” quale miglior attore (per “Une étrange affaire” ovvero “Gioco in villa” di Pierre Granier-Deferre) a Berlino 1982; il “Ciak d’oro” speciale (per “Martha et moi” ovvero “Marta ed io” di Jiri Weiss) a Venezia 1990; il doppio “Pardo” (“Excellence award” e miglior interpretazione maschile per “Les toits de Paris” di Hineer Salem) a Locarno 2007. Nel 2014 le ultime interpretazioni.

Una dinastia in marcia – In Ticino lo si “sentiva” vicino, molto vicino, Michel Piccoli. Che all’anagrafe faceva Jacques Daniele Michel, secondo nome letto all’italiana e terzo nome scelto per l’intera esistenza e per la carriera; ed era leventinese di Piotta, per ascendenza paterna, risalendosi sino ad Antonio Gianolo attestato quale vivente nel 1566 e che ancora portava il cognome principale, da cui nella generazione successiva si ebbe Martin Gianolo detto Pisciàn ovvero Piccolo – non per statura, ma in quanto giunto assai tardivo quale ultimo tra i fratelli – e già un secolo dopo ecco che i Gianolo erano trascritti come “Gianolli”, ed il Pisciàn detto Piccolo era diventato “Piccoli”, ed infine ecco Francesco Antonio che risultò “Piccoli” nel 1711. Non che del suo essere d’origine leventinese anziché italiana, identità quest’ultima che quasi tutti gli hanno sempre attribuito, egli facesse un vanto; anzi, in quel paio di volte ch’egli venne di certo a Locarno per godersi l’acclamazione di piazza Grande, sull’argomento egli prese tempo o glissò, dicendo in sostanza che sì, così gli risultava per sentito dire e che dunque avrebbe controllato; lo si fece per suo conto, senza sforzo eccessivo in verità perché un’indagine, ben precedente al lavoro che nel 2013 sarebbe sfociato sulle pagine del portale cantonale “OltreconfiniTi”, era già stata condotta da amici interessati più al territorio che alla cinematografia. E diciamo pure che, nel nostro umanissimo valleranesimo che è coincidente ticinese del provincialismo, ci si rimase maluccio nel percepire una mera condiscendenza alla “Oui, ah, bien, très bien” davanti al nome del capostipite della calata transalpina dei Piccoli, cioè quel Costantino Piccoli nato nel 1829 e che da Ambrì, avendo sposato una Maria Angelica di casato Grisinger trascritto anche Grisiger ed in probabile origine Griesinger, emigrò in Francia stabilendosi a Valenza cioè Valence, regione Alvernia-Rodano-Alpi. Insomma: fece poco più d’un “plissé” di annoiata cortesia, Michel Piccoli, all’apprendere il percorso fatto dal bisnonno che avrebbe generato Enrico (1860), e da quest’ultimo in nozze con Berta Hocquart sarebbe poi venuto (1887) un altro Enrico che anagraficamente figurava come Carlo Enrico detto “Henri”, ed è il Carlo Enrico musicista che si unisce in matrimonio con Marcelle Expert-Bezançon, d’un lustro a lui postnata. Ma si capisce anche: se nasci a Parigi e reciti da francese per i registi francesi e da francese persino per i registi di altri Paesi, quando ti domandano qualcosa sulle tue origini può accadere che tu ti trovi meglio nel dire “Milano” anziché “Scruengo”, che è poi la radice primaria dei Gianolli.

Tre donne intorno al cor – Un lungo ciclo, una lunga storia. Che non si può chiudere se non con un cenno alla vita privata di Michel Piccoli, di cui esiste una discendente naturale in Anne-Cordélia Piccoli, dal primo matrimonio con l’attrice basilese Eléonore Hirt. In seconde nozze, anelli con l’attrice Juliette Gréco; terza relazione stabile (dal 1978 ad una settimana fa) con la scenografa Ludivine Clerc (due figli adottati); nel mezzo anche una “liaison dangereuse” con l’attrice Romy Schneider, che incidentalmente aveva recitato nel ruolo della figlia di Eléonore Hirt in “What’s new Pussycat?” nel 1965.