Come effettivamente si tornerà a scuola, fra non molto, non sappiamo e forse nemmeno possiamo programmare, stante la rapidità con cui la situazione epidemiologica covidiana muta e stanti anche gli eventuali interventi in materia di profilassi. Ciò non toglie che nel frattempo sia possibile il dedicarsi allo studio di soluzioni per gestire e risolvere problemi collaterali alla didattica diretta ed ai luoghi in cui essa viene proposta: come hanno fatto, di concerto, autorità municipale di Ascona, vertici dell’“Istituto scolastico comunale” e rappresentanti dell’“Assemblea genitori-Agisa”, manifestando l’adesione al “Piano di mobilità scolastica” lanciato a livello cantonale con obiettivi di miglioramento dei criteri e dei livelli di sostenibilità. In sostanza, una modalità per la promozione della cosiddetta “mobilità lenta”, aumentando “la sicurezza sulle strade”, promuovendo “uno stile di vita sano a livello psicofisico”, migliorando “la qualità dell’aria e dello spazio locale” ed incrementando – ma qui l’ostacolo del momento è dato da una situazione non eludibile – “la socializzazione dei bambini”.
Buona la teoria, vediamo gli sviluppi. Per allievi delle elementari e delle medie, su tutto il territorio comunale, i membri di un gruppo di lavoro – con tanto di coordinamento tecnico – saranno chiamati a fornire “soluzioni e proposte” in verità già canalizzate: nel senso che vengono pretesi un incremento nel numero di allievi che va a scuola sulle proprie gambe ed una riduzione drastica del “circolo vizioso delle auto attorno alla scuola”, insieme con l’“aumento significativo” della sicurezza stradale e con l’individuazione di “una rete di percorsi pedonali a livello comunale” e che sia “a misura di bambino, dunque adatti a tutte le età”, tra l’altro a sviluppo di “sinergie con la rete dei sentieri locali e con i principali poli di attrazione pubblica, turistica ed escursionistica”. Aggiungiamo al pacchetto l’integrazione delle “scelte di moderazione del traffico necessarie con i progetti già in corso di elaborazione e di realizzazione” ed il miglioramento della “qualità dell’aria e dell’ambiente circostante, riducendo l’emissione di diossido di carbonio, polveri sottili e rumore”, ed ecco, forse il progetto apparirà un tantino ambizioso e due tantini sopra le righe, soprattutto nel contesto di Ascona e non della Babasaheb Ambedkar road di Mumbai; ma, e fors’anche giustamente, vi risponderanno che da qualche parte bisogna pur incominciare.
In seconda ed ultima battuta, ma non nella marginalità: in collaborazione con i responsabili dell’“Associazione terza età”, le autorità comunali intendono verificare qualità e percorribilità del progetto anche per le persone anziane. Il che ci sta, ferma restando un’esigenza di concordanza negli intenti. Nella foto GdT, uno scorcio di Ascona zona sede Polcom.